Il «mistero buffo» del Collana, una indagine per Cantone

di Toni Nocchetti
Martedì 19 Febbraio 2019, 00:00
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Da quando trovò sbarrato l’ingresso del campo Marco non riesce più a correre ed a muoversi come prima. Un beffardo destino lo aveva condannato a camminare con difficoltà ma finalmente gli sforzi dei suoi genitori sembravano premiare tanta fatica quando lo vedevano sgambettare felice sulla pista di atletica dello stadio Collana. Anche Giulia non aveva mai nuotato prima per la paura della sua mamma di lasciarla in acqua da sola. Una bambina speciale che impara a nuotare è, per molti genitori, come vincere una medaglia alle olimpiadi .
Marco e Giulia da oltre due anni sono a casa, lontani dalla pista e dalla piscina che li accoglieva nell’impianto sportivo del Vomero.

Questi due giovani rappresentano il motivo più evidente per il quale, assieme a 22 associazioni sportive, ho ritenuto indifferibile la presentazione di un esposto all’Autorità nazionale anticorruzione sulla vicenda del Collana. Assieme a Sandro Cuomo, rappresentante del comitato associazioni collana, abbiamo pensato che solo l’intervento autorevole di un organismo indipendente potesse restituire una speranza a chi non ne aveva ormai più. Il “mistero buffo” del Collana è, osservato dall’esterno, un’altra delle patetiche e quindi dannose per la collettività, vicende che vedono affrontarsi la regione Campania ed il Comune di Napoli. 
Anche a questo scaricabarile continuo di responsabilità, di appelli a vuoto e di promesse irrealizzabili siamo stati costretti ad abituarci. A fatica, estremamente a fatica.

In realtà è anche altro la questione del Collana se è vero che nell’esposto presentato al dottor Raffaele Cantone si ipotizzano anomalie, irregolarità e difformità dalla convenzione originaria.
Il “mistero buffo” è tale perché come altro potrebbe essere chiamata un’intesa tra un pubblico ed un soggetto privato che in corso di opera cambia assetto societario?
Il “mistero buffo” è anche quello che vede improvvisamente mutare il progetto presentato per aggiudicarsi la gara e la legittimità ad operare in regime lucrativo, difformemente dai presupposti (!). Noi non abbiamo altri strumenti ma sappiamo che per almeno 150 operatori professionali e per oltre 5000 sportivi il danno creato dalla insipienza della politica è drammatico.

È triste il tempo nel quale i cittadini sono costretti a ricorrere ad una autorità di controllo per illuminare oscurità inviolate e dissipare dubbi legittimi, ma tanto è.
Volontariamente non ho fatto riferimento alla questione economica sottesa al “mistero buffo”: chi paga, che cosa fa, in quanto tempo. Temo che questo rappresenti un ulteriore risvolto di una storia che danneggia, come sempre, soprattutto i cittadini.
Ho promesso, oltre due anni fa ormai, a Marco e Giulia che avrebbero riavuto la possibilità di correre e nuotare nell’impianto del Collana. Il mio ottimismo era derivante esclusivamente dall’imperativo morale di garantirgli un frammento di serenità in una esistenza faticosa.
Confido che il dottor Raffaele Cantone ci dia una mano a mantenere questo impegno.
Nonostante tutto.

 
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