Napoli, l'appello delle sorelle 90enni del Vomero: «Da gennaio aspettiamo il vaccino»

Napoli, l'appello delle sorelle 90enni del Vomero: «Da gennaio aspettiamo il vaccino»
di Melina Chiapparino
Mercoledì 5 Maggio 2021, 00:02 - Ultimo agg. 14:41
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Hanno vissuto insieme la guerra e ora condividono la paura del Covid. Per Maria e Francesca Madonna, due sorelle ultranovantenni residenti nel quartiere Vomero, «il vaccino è un miraggio» e dopo 4 mesi di attesa, ha preso il sopravvento «la sensazione di essere abbandonate». Le anziane «sono state registrate sulla piattaforma per l’adesione alla campagna vaccinale, il 31 gennaio ma, da quel momento, non hanno avuto nessuna informazione sui tempi e le modalità della somministrazione» spiega Rita de Fazio, figlia della 91enne Maria. Nonostante le premure e l’uso scrupoloso delle mascherine, c’è costantemente «la paura di un contagio perché, le due sorelle sono assistite anche da infermieri e badanti in quanto nessuna è in grado di vivere autonomamente» aggiunge Rita che accudisce entrambe le anziane e dall’inizio della pandemia ha preso un aspettativa dal lavoro, per non lasciarle mai sole. «Ho registrato Maria di 91 anni e la sorella Francesca di 92 anni, specificando nelle note del modulo da compilare che entrambe non sono in grado di camminare e spostarsi» racconta Rita che attende il vaccino domiciliare per le due donne.


«Dopo 15 giorni dall’inserimento dei loro dati, mi è arrivato un messaggio che le invitava a presentarsi alla Mostra d’Oltremare per il vaccino ma non era possibile considerando le loro condizioni di salute» continua la 65enne che, in quell’occasione, inviò una mail alla Soresa, la società che gestisce la piattaforma, segnalando l’errata convocazione. «A gennaio, fui contattata telefonicamente e specificai che le ultranovantenni erano entrambe non trasportabili e necessitavano del vaccino a casa» spiega Rita che ha chiesto aiuto anche ai medici di famiglia delle donne, trovandosi ulteriormente in difficoltà perché entrambi non vaccinatori. «Successivamente, verso fine marzo mi contattò nuovamente l’Asl, chiedendomi un’altra volta se le condizioni delle signore fossero ancora di non trasportabilità ma chiaramente spiegai che non si trattava di una situazione reversibile» insiste Rita che dopo quella telefonata, decise di recarsi personalmente all’Asl di appartenenza. «Un mese fa, sono stata nel mio distretto Asl al Vomero ma non mi hanno dato alcuna informazione - continua Rita - presa dallo sconforto, mi sono recata persino nel centro vaccinale per bambini in via Giuseppe Recco, spiegando la mia situazione di emergenza e chiedendo loro un aiuto ma nessuno mi ha potuto dare una mano». «Il vaccino è l’unica difesa su cui possono contare le persone fragili come mia madre e mia zia, per questo è necessario farlo al più presto.

Anche loro hanno diritto di tornare a vivere» afferma Rita ripensando al fatto che «le anziane hanno vissuto la paura delle bombe e della guerra ma almeno sapevano dove rifugiarsi e invece con il Covid sono in pericolo anche a casa propria». La sensazione di essere abbandonati e dimenticati dalla campagna vaccinale non solo «penalizza le persone maggiormente in difficoltà perché imprigionate a casa, ma rende ancora più difficile l’assistenza per chi si dedica anima e corpo a loro e dovrebbe avere agevolata almeno il servizio sanitario» aggiunge Rita. «Ormai entrambe le anziane non escono da anni di casa ma proprio per l’attenzione e la cura con cui le seguiamo, non vogliamo che rischino la vita per un virus» conclude la 65enne che fa un appello alle istituzioni sanitarie.

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«Chiedo che venga rispettato un diritto di chi è anziano e fragile, Maria e Francesca devono ricevere al più presto il vaccino dalle Usca dell’Asl Napoli Centro che stanno somministrando le dosi a domicilio: non è possibile, e soprattutto non è giusto, continuare a tollerare una simile situazione» conclude Rita che, qualche settimana fa aveva persino cercato di ottenere informazioni durante la sua somministrazione vaccinale al Covid Vaccine Center dove le fu risposto ancora una volta «sarete contattati». 
 

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