Angelika Hutter non ricorda più nulla: «Ha rimosso tutto, piange sempre»

Il colloquio in carcere con l'avvocato difensore

Tragedia in Cadore. Angelika non ricorda più nulla: «Ha rimosso tutto, piange sempre»
​Tragedia in Cadore. Angelika non ricorda più nulla: «Ha rimosso tutto, piange sempre»
di Olivia Bonetti
Sabato 8 Luglio 2023, 19:56 - Ultimo agg. 20:16
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È uscito ieri sera alle 20.30 dopo tre ore di colloquio con la sua assistita l'avvocato Giuseppe Triolo, il legale assegnato d'ufficio all'automobilista tedesca 31enne che ha investito e ucciso mezza famiglia giovedì a Santo Stefano di Cadore. Il difensore ha cercato in tutti i modi di far parlare Angelika Hutter 31enne, originaria di Deggendorf, un comune della Baviera che è in carcere a Venezia con l'accusa di omicidio stradale plurimo. Ma la donna è ancora sotto choc e non ha parlato di quanto accaduto nemmeno con il suo avvocato. Dal consolato hanno chiesto anche se la 31enne avesse bisogno di supporto psicologico, ma la ragazza è chiusa completamente e anche aiutarla è impossibile.


L'INCONTRO
«È sconvolta per quello che è successo - afferma l'avvocato Triolo -: sta combattendo una battaglia con se stessa. È proprio la faccia del dolore.

Non si vuole neanche fare aiutare. È in forte difficoltà». L'avvocato spiega di aver provato in tutti i modi, anche con l'aiuto delle interpreti messe a disposizione dal consolato che erano con lui, a instaurare un dialogo, ma non c'è stato verso. E conclude: «Lei non si ricorda nulla ha rimosso tutto - dice Triolo -: non sa nulla di quello che è successo ed è sconvolta, rinchiusa nel suo mondo».


SENZA FISSA DIMORA
Viaggiava sola in una auto piena di abiti e viveri Angelika Hutter, in una sorta di discarica su due ruote. È molto probabile che fosse lontano da casa da diversi mesi e che dormisse in macchina, come conferma anche l'avvocato. Sicuramente il giorno dell'incidente non era lucida, come hanno ricostruito anche alcuni testimoni che l'hanno vista dare in escandescenze prima dell'impatto mortale contro la famiglia in passeggiata. L'ha notata un residente, che ieri mattina è andato a riferire i fatti ai carabinieri di Santo Stefano, che hanno raccolto la sua testimonianza a verbale. «L'ho vista ferma nel parcheggio sotto casa mia e stava urlando - racconta il giovane che abita proprio in via Udine a qualche centinaia di metri prima del luogo dell'incidente -. Pensavo avesse qualche bambino in macchina, ma poi mi hanno detto era sola: era parecchio fuori di sé. Poi è successo quello che è successo solo qualche metro più avanti». Forse il rammarico di non essere intervenuto prima, di non averla fermata.


IL SILENZIO
Nelle prossime ore finirà di fronte al gip di Belluno, assistita dall'avvocato d'ufficio. Potrà dire la sua verità su quanto accaduto, anche se, visto come si è comportata in precedenza con i carabinieri e ieri anche con l'avvocato, potrebbe non rispondere alle domande del giudice. Nelle lunghe ore in caserma dei militari a Santo Stefano infatti non ha dato segni di pentimento: non ha parlato dell'incidente di quei corpi a terra che ha visto di fronte a lei, nulla. Ha detto solo quelle poche parole sul suo viaggio in Italia, mostrando un completo distacco da quanto era avvenuto poco prima. L'udienza di convalida dell'arresto è fissata per lunedì. Ma non c'è certezza che resti in cella: dopo le analisi negative su alcol e droga potrebbe essere molto probabile una scarcerazione. 

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