«Mi sento tuttora responsabile ma non colpevole. Responsabile su quello che era la gestione del ponte e in quanto custodi del bene questa responsabilità me la sento». Così l'ex ad di Aspi Giovanni Castellucci all'inizio della sua deposizione nel corso del processo per il crollo del ponte Morandi in cui è imputato insieme ad altre 57 persone. «Ho sempre dato la disponibilità alla ricostruzione del ponte, la collaborazione con il sindaco e poi commissario Marco Bucci è stata totale. Certo noi avremmo potuto farlo più velocemente», ha aggiunto. L'ex ad di Aspi si è mostrato pentito per le comunicazioni fatte all'indomani del crollo. «Ho sbagliato il comunicato nei termini e modi. Un comunicato voluto da Consob e col senno di poi lo considero una cosa sbagliata» ha detto in aula ai giudici.
Il processo
«Mi ha addolorato il fatto che a crollare sia stato un ponte sul quale una società ricca investiva e sul quale i lavori erano continui.
«Per tutti questi anni ho cercato di essere silente perché ho pensato che la verità dovesse uscire in maniera piena e libera. Per altro su un ponte che io conoscevo solo di sfuggita. Oggi sono qui per dire tutto ciò che so e che ho fatto per dare il mio piccolo contributo alla verità», ha detto poi Castellucci in aula. «Ho chiesto che tutte le vittime fossero rimborsate. Il mio bonus l'ho devoluto a favore delle vittime, per supportare gli studi dei figli. Spero che questi contributi siano andati a buon fine, io non ne so più nulla perché non ho più rapporti con Aspi e Atlantia».