Aspiranti toghe sexy in minigonna, il giudice Bellomo accusato di estorsione

Aspiranti toghe sexy in minigonna, il giudice Bellomo accusato di estorsione
di Gigi Di Fiore
Martedì 19 Dicembre 2017, 10:13 - Ultimo agg. 12:53
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Estorsione: è l'ipotesi di reato che la Procura di Bari contesta al consigliere di Stato, Francesco Bellomo. L'inchiesta penale sulla scuola di formazione per magistrati «Diritto e scienza», con sedi a Bari, Milano e Roma, aperta e gestita da Bellomo, dove si imponevano regole sull'abbigliamento e sulla vita privata alle allieve, prende dunque corpo. Proprio mentre anche alla Procura di Milano viene aperto un fascicolo conoscitivo sulle stesse vicende. Mentre ora è indagato in un'inchiesta penale, Bellomo è in attesa anche dell'esito del procedimento disciplinare avviato nei suoi confronti dal Consiglio di presidenza del Consiglio di Stato. Domani è fissata la riunione per il parere che verrà poi sottoposto all'adunanza generale dei 100 consiglieri della giustizia amministrativa di tutt'Italia, che è stata convocata il 10 gennaio per decidere l'eventuale destituzione. La decisione dovrò poi essere ratificata dal Consiglio di presidenza. Se venisse formalizzata la destituzione di Bellomo, sarebbe il primo caso per un giudice amministrativo.

Nel procedimento disciplinare, Bellomo si è difeso in aula con arroganza, negando qualsiasi ipotesi di violazione. Negli atti raccolti, trasmessi anche al Csm che ha aperto un procedimento disciplinare nei confronti del pm di Rovigo, Davide Nalin, considerato complice e «mediatore» di Bellomo, sono contenuti molti particolari. La sezione disciplinare del Csm, che si era riunita venerdì, ha deciso la sospensione dalle funzioni e dallo stipendio per Nalin, che è stato anche collocato fuori ruolo nell'ordine giudiziario. Un provvedimento rapido. Nalin viene ritenuto il tramite tra alcune allieve, cui venivano imposte minigonne, trucco, divieto di avere fidanzati, e Bellomo. Quattro i casi di ragazze che sono citati nei documenti del Consiglio di presidenza del Consiglio di Stato. Ma altre vicende vengono segnalate in questi giorni al Consiglio di presidenza. Emerge una scuola con regole da loggia segreta, dove veniva chiesto ad alcuni allievi di spiare gli altri su cui Bellomo diffidava. Era stato creato anche un fake, un profilo falso su Facebook, per spiare la vita privata delle allieve. Una, originaria della Sicilia poi vincitrice di concorso in magistratura, era stata bersaglio di denigrazioni in più articoli sulla rivista della scuola.

La ragazza veniva accusata di essersi fidanzata, di vestirsi in maniera diversa da quella imposta nel vademecum della scuola, di avere rapporti sessuali in auto. Una raffica di osservazioni, anche spinte, frutto dello spionaggio su Fb, che non contenevano nulla di tecnico-giuridico. E nella scuola, come ha evidenziato nell'udienza al Consiglio di presidenza del Consiglio di Stato il giudice Sergio Zeuli che sosteneva l'accusa, si era instaurato un clima di vero e proprio plagio psicologico soprattutto sulle allieve. Tanto da arrivare a codificare anche un insegnamento sulle regole del «contratto di sottomissione», inserito nell'ambito tecnico-giridico della «negoziazione dell'emotività». Insegnamenti che giustificavano come lecite le condizioni di subordinazione psicologica e fisica.
 
Dettagli che compaiono anche nel provvedimento su Nalin, concluso dalla sezione disciplinare del Csm. Allievo della scuola, fedele osservatore delle regole, dopo essere entrato in magistratura 5 anni fa Nalin aveva cominciato a collaborare con la rivista preparandosi al concorso per la Corte dei conti. Il Csm lo definisce «alter ego» e «mediatore» tra le allieve e Bellomo, quando le ragazze volevano troncare ogni subordinazione richiesta dalle regole imposte per diventare borsiste nella scuola.

Una realtà descritta alla Procura di Bari anche da Rosa Calvi, 28enne avvocatessa di Cerignola sentita dai magistrati pugliesi come testimone. «Sono stata contattata da quattro ragazze che hanno avuto un'esperienza simile in altri anni e in altre città, dicendo che adesso anche loro hanno preso coraggio» ha detto.

Il presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno, nel frattempo ha sospeso l'esame di qualsiasi richiesta di rinnovo o apertura di scuole private di formazione per aspiranti magistrati. E molti consiglieri di Stato ipotizzano la possibilità di approvare il divieto a gestirle anche per giudici amministrativi così come ha stabilito due anni fa il Csm per i giudici ordinari. Non si sa se questa ipotesi avrà sviluppi, anche perché il Consiglio di presidenza del Consiglio di Stato sarà presto rinnovato. Di certo, la vicenda Bellomo è stata un duro colpo per la magistratura amministrativa. La procedura disciplinare nei confronti di Bellomo, che è difeso dal consigliere Luigi Birritteri della terza sezione del Consiglio di Stato, non ha precedenti.
 

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