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LIVORNO - E' noto ai più per la famosa telefonata al comandante Schettino la notte del naufragio della Costa Concordia; in quell'occasione fu lui, il capitano di fregata Gregorio De Falco, a ordinargli di tornare a bordo. Oggi non nasconde l'amarezza De Falco perché gli hanno imposto di lasciare il suo incarico nel settore operativo della Capitaneria di Livorno.
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"SALGA A BORDO, CAZZO..."
L'uomo, che a fine settembre sarà trasferito in altri uffici, è costretto a obbedire da buon militare, ma dichiara di essere stato vittima di mobbing e di essere pronto a fare causa.
"Lascio il servizio operazioni e vengo destinato ad un ufficio di carattere amministrativo. Sono abbastanza amareggiato, perché da dieci anni la mia ragione professionale è l'operativa, ma sono un militare", ha detto De Falco, commentando il suo trasferimento ai microfoni dell'emittente toscana Granducato Tv.
LO SFOGO "Il nuovo incarico che mi hanno assegnato - si legge sul 'Corriere della Sera' - cancella in un attimo dieci anni della mia vita e della mia professione. Ho lavorato in un’area operativa e, nell’ultimo anno, con funzioni di comando. È come se un insegnante, innamorato di didattica e pedagogia che ha dimostrato la propria competenza, venisse all’improvviso trasferito in un ufficio amministrativo". E il nuovo incarico, controllo di gestione e relazioni esterne, non ha un grande appeal. Alla Capitaneria di porto di Livorno lo giudicano un luogo per pre-pensionati o principianti.
"Non voglio dismettere la divisa - spiega - È una delle ragioni della mia vita. Adesso però sono costretto a pensarci. Vedremo che cosa accadrà".
Il documento di rimozione dall'incarico è stato firmato da Ilarione Dell’Anna, già responsabile della Capitaneria di porto di Livorno durante il naufragio, promosso e spedito a Roma. Tra questi e De Falco i rapporti si erano deteriorati dopo la notte del naufragio quando de Falco era diventato, suo malgrado, 'capo della Capitaneria' e coordinatore dei soccorsi. Sulla vicenda il parlamentare Pd Federico Gelli ha annunciato un'interrogazione al ministro Maurizio Lupi per sapere la ragione di questa scelta.
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