«Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte. Grazie Marco. Grazie mille», è il messaggio che Dj Fabo, giunto nel Paese elvetico per il suicidio assistito, aveva lanciato in un video su Twitter per ringraziare Cappato di averlo accompagnato in Svizzera. «Grazie a te Fabo», è la risposta di Marco Cappato sulla sua pagina Twitter dove è pubblicato il video di Dj Fabo.
Marco Cappato «rischia 12 anni di carcere», dice Filomena Gallo, segretario dell'associazione Luca Coscioni - ma l'ipotesi non è così scontata. Se una Procura (quella di Milano potrebbe essere quella competente) chiedesse per lui il processo non bisogna dimenticare che l'anestesista del caso Welby venne prosciolto e che l'autodenuncia annunciata dall'esponente radicale potrebbe concludersi con una archiviazione. È questo il quadro che alcuni magistrati della Cassazione tracciano dopo la morte in Svizzera di Dj Fabo accompagnato verso il suicidio assistito da Cappato e da altre persone a lui care.
«Sul fatto che in Italia è considerato a occhi chiusi un reato quello che ha fatto Cappato, non c'è alcuna discussione - spiega un presidente di sezione - ma rimane la circostanza che questa triste vicenda si è conclusa in un paese straniero che non considera punibile l'aiuto al suicidio e la più recente giurisprudenza della Cassazione, con una sentenza del 2002 del giudice Silvestri che è stato anche presidente della Consulta, ha detto che per processare in Italia chi ha commesso un reato fuori dai confini è necessario il requisito della 'doppia incriminabilità', ossia che quel reato sia considerato tale anche nello Stato dove è stato commesso».
Certamente nel caso di Cappato la tesi della non consapevolezza non è «sostenibile» ma il giudice - prosegue il presidente - deve farsi interprete del suo tempo e «nell'epoca della globalizzazione non si può più seguire il Codice Rocco che aveva la tendenza a punire tutto ovunque fosse successo, serve un approccio più relativistico e democratico che si faccia carico della diversità degli ordinamenti».
Dalla Procura, una toga di peso, rileva che «si tratta di un caso problematico: il precedente di Welby conta ma ha elementi di diversità perchè lì si trattava del diritto del paziente ad ottenere la sospensione delle cure e la sedazione, qui si finirebbe con l'addebitare a Cappato e a chi era presente il solo fatto di essere stati vicini a Dj Fabo nell'ultimo minuto.
Non escludo che tutto possa essere archiviato».