Le dosi di droga a casa con un clic: cocaina e Gbl così viaggiano sul web

Le dosi di droga a casa con un clic: cocaina e Gbl così viaggiano sul web
di Daniela De Crescenzo
Giovedì 21 Luglio 2022, 08:24 - Ultimo agg. 16:35
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La busta d'argento con un bel fiocco rosso viene recapitata dal postino nel centro della città: dentro, però, non ci sono cosmetici, come annunciato sulla confezione, ma una bella dose di cocaina. O di hashish, o di marijuana, o di amfetamina. O al limite di una delle nuove droghe sintetiche il cui principio attivo ancora non figura nell'elenco delle sostanze vietate. Sono le nuove frontiere del commercio delle droghe, raccontate dalla relazione annuale della direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell'interno. Quasi 350 pagine che ci conducono in un mondo, quello dei consumatori di sostanze stupefacenti e dei loro fornitori, distante anni luce dalle stanze del buco frequentate dagli eroinomani degli anni Novanta.

Le piazze di spaccio, con le vedette e i venditori, esistono ancora, ma sono il residuo di un mondo che sta cambiando sempre più velocemente. Entrare nelle nuove stanze virtuali è essenziale se si vuole frenare un commercio che produce danni alla salute e all'economia: i miliardi incassati dai criminali alimentano un'economia parallela che ha il proprio epicentro nei cosiddetti paradisi fiscali e che rischia di soffocare la cosiddetta economia legale.

Come tutti i commerci, anche quello della droga aveva affrontato un periodo di difficoltà nella prima fase della pandemia. Ma gli imprenditori degli stupefacenti hanno rapidamente superato gli ostacoli e sono riusciti a creare nuovi e più ampi mercati. E infatti con il ritorno alla normalità hanno «rimesso in moto i meccanismi del narcotraffico, attraverso una diversificazione dei metodi di trasferimento, un adattamento delle rotte e dei vettori, correlato all'evoluzione delle restrizioni sanitarie e delle forme di controllo esercitate dalle Forze di Polizia», come si legge nella relazione dove si sottolinea anche: «il network criminale, dimostrando una straordinaria resilienza, ha saputo adattare i propri assetti logistici e organizzativi alle nuove dinamiche economiche e sociali determinate dalla crisi; il 2021, infatti, ha fatto registrare una forte e crescente ripresa delle importazioni di stupefacente nei luoghi di stoccaggio e, soprattutto, verso i Paesi di destinazione finale».

Due gli strumenti dell'innovazione: l'organizzazione di catene di approvvigionamento globali per la prosecuzione dei traffici un sistema di vendita basato sull'utilizzo della rete internet e dei nuovi strumenti offerti dalle piattaforme informatiche. Grazie a quest'operazione di ammodernamento i trafficanti sono riusciti a vendere non solo le nuove produzioni, ma anche le sostanze che erano rimaste stoccate agli inizi della pandemia.

E la spia della ripresa del commercio su vasta scala sono innanzitutto i sequestri che mostrano nel 2021 un evidente aumento rispetto all'anno precedente: dalle 59 tonnellate rinvenute nel 2020, si è saliti alle 91 tonnellate del 2021, con un incremento percentuale del 54,04%, che, per effetto di una sensibile crescita dei sequestri di cocaina e dei derivati della cannabis, rappresenta il quarto più alto risultato dal 2000 ad oggi.

Per capire chi è il cliente dei narcotrafficanti bisogna totalmente dimenticare il tossico conosciuto negli anni Novanta. Anche perché allora l'ecommerce non esisteva e invece oggi molti comprano droga in rete, approfittano delle offerte speciali e lasciano anche il feedback dell'acquisto giudicando la qualità della merce e la puntualità della spedizione, proprio come succede a chi acquista una lavatrice. Gli scambi si svolgono nel darkweb, ma anche nella rete per così dire normale. Si spiega nella relazione: «Risulta che i venditori e gli acquirenti di stupefacenti online continuino ad avvalersi, oltre che della rete oscura, dei servizi di messaggistica crittografata, per gli aspetti di dettaglio, che rendono più difficile il monitoraggio dei contatti».


In rete si vende di tutto: dalle sostanze di origine sintetica (amfetamina, MDMA, ecstasy), alla marijuana, hashish, eroina e cocaina. E in rete si trova anche la cosiddetta droga dello stupro o GBL, una sostanza facilmente diluibile in acqua o bevande che può quindi facilmente essere somministrata a vittime inconsapevoli che in tempi brevi dimenticheranno tutto quello che è accaduto nel periodo in cui sono state vittime della sostanza. Si legge nella relazione: «Si tratta di uno stupefacente, spesso considerato di nicchia e ad uso solo di specifiche categorie di individui, storicamente individuate nell'ambiente del bodybuilding, dove, per i suoi effetti equiparabili a quelli degli ormoni della crescita, si è diffuso come sostanza dopante o, ancora, in occasione di festini a base di sesso (spesso noto come Chemsex o sesso chimico). In realtà, il consumo di GBL, è molto più diffuso ed esteso di quanto si possa immaginare e la platea di consumatori è eterogenea, sia in relazione all'aspetto anagrafico, sia a quello relativo alla condizione economico - sociale. A determinarne la fortuna, sono la facile reperibilità, in modalità autonoma e anonima, soprattutto in rete, sia nell'open che nel dark web, ed il prezzo contenuto».

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Un intero paragrafo della relazione del dipartimento antidroga è dedicato a Raffaele Imperiali, il boss che ha consegnato alle forze dell'ordine due Van Gogh di inestimabile valore. Il criminale, alleato degli Scissionisti di Scampia, non viene mai citato con il nome proprio, ma la descrizione delle sue gesta è inequivocabile. Ed anche emblematica dei metodi usati dai nuovi broker delle droghe che si muovono sui mercati globali e hanno soci di affari in tutto il mondo. «Il concetto di fluidità criminale è senza dubbio da accostare alle organizzazioni di camorra, un universo di clan e di gruppi, spesso in conflitto per la gestione delle attività illecite nei territori ritenuti di competenza, in special modo delle piazze di spaccio di droga è scritto nella relazione - Tali organizzazioni sono sempre molto attive nel traffico di hashish e di cocaina, che fanno arrivare in territorio italiano attraverso propri esponenti operanti in Spagna, nei Paesi del Sud America, in Africa e nella penisola arabica». Imperiali avrebbe acquisito i partner attraverso una struttura detta mocromafia di cui farebbero parte anche altri re della droga: esponenti delle organizzazioni calabresi, un marocchino, ma anche un irlandese. Boss di tutto il mondo unitevi, è il nuovo slogan delle mafie.

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