Sisma, scuole a rischio chiusura. La Cassazione: sigilli a strutture insicure

Sisma, scuole a rischio chiusura. La Cassazione: sigilli a strutture insicure
di Erasmo D'Angelis
Mercoledì 10 Gennaio 2018, 08:11 - Ultimo agg. 20:51
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Dopo sentenze choc per omicidio colposo plurimo come quella di primo grado a seguito del sisma de L'Aquila del 6 aprile 2009, con condanna a 6 anni di galera, poi cancellata in Appello, «per aver falsamente rassicurato gli aquilani», in sostanza non aver previsto l'imprevedibile terremoto, per i 6 scienziati della Commissione Grandi Rischi anche con la sorprendente motivazione che «rafforzare le costruzioni e migliorare le loro capacità di resistere al terremoto fornisce una indicazione non attuabile in concreto e pressochè impraticabile», ogni alibi è crollato due giorni fa. La sentenza 190 della Cassazione ha rimesso i sigilli ad una scuola elementare di Roccastrada, nel grossetano, dopo la verifica del mancato raggiungimento, anche se di un soffio (0.9 rispetto al valore 1), dei parametri di sicurezza previsti dalle norme tecniche del 14 gennaio 2008. Hanno fatto la differenza la «non prevedibilità dei terremoti» e il mancato rispetto delle norme al centimetro, anche nelle zone a medio rischio sismico.
Per la prima volta si fa rispettare la legge della prevenzione strutturale e questo potrebbe innescare una reazione a catena in una Italia in ritardo sull'obbligo dell'adeguamento sismico per i 75mila edifici pubblici come scuole, ospedali, caserme, municipi e prefetture, i due terzi in zone 1 e 2; e dove la sicurezza dell'edilizia privata resta sempre e solo su base volontaria e ogni obbligo, come per le nuove costruzioni anche in aree a rischio, viene facilmente eluso. Una operazione verità ci vede come l'ultimo Paese industrializzato con sul groppone tra i 4 e i 5 milioni di edifici a rischio collasso per terremoti importanti, con un copione che si ripete dall'Irpinia - ad Avellino è sotto sequestro dal 3 novembre l'edificio del liceo «Mancini» - ad Amatrice e Ischia, su uno stock immobiliare di 12 milioni di edifici residenziali. C'è poi la quota di edilizia fantasma, circa un milione di palazzine sorte dal nulla e di cui nulla si sa ma che riemerge con crolli periodici come quello di Torre Annunziata collassato con otto morti il 21 luglio del 2017. Ecco a cosa servirebbe l'obbligo del «Fascicolo di Fabbricato» osteggiato da lobby e associazioni di proprietari, a far uscire tutta l'edilizia spazzatura allo scoperto per salvare la pelle ai tanti che ci vivono dentro.
Il Sud presenta il 45% di rischiosità del costruito nazionale pre 1971 quando tutto era permesso, il 22% è al Centro, il resto al Nord. È un problema enorme la fragilità dell'edilizia produttiva, venuta alla luce con i terremoti del maggio 2012 in Emilia Romagna che abbatterono molte fabbriche: delle 325.427 strutture nazionali con oltre 95 mila in zone più a rischio, 4 su 10 risultano costruite tra il 1971 e il 1990. L'edilizia scolastica vede circa 49 mila edifici e uno su dieci realizzato in epoca anteriore al 1919 e oltre il 60% prima del 1971, il 37% è in aree sismiche o a rischio idrogeologico. Dei 5.700 ospedali, 1.822 sono in zone sismiche e 547 a rischio frane e alluvioni. È la realtà, scomoda e amara, che fa rabbrividire e ci colloca per sicurezza ancora a metà strada tra l'Afghanistan dove scosse di media potenza disintegrano il costruito e chi ci vive dentro e il Giappone disseminato di faglie attive ma dove per scosse della stessa entità al quarantanovesimo piano può solo saltare il rito del sakè.

 

Accumulati troppi pericoli pur sapendo, come spiegano sismologi e geologi, che non è il sisma l'assassino, ma il modo in cui abbiamo costruito le nostre case e su quali terreni. Siamo il Paese dove governi e parlamento per ben 21 anni hanno lasciato l'Osservatorio e l'Anagrafe dell'edilizia scolastica a prendere polvere nei cassetti di ministeri e regioni. Solo grazie al lavoro della Struttura di missione Italiasicura per l'edilizia scolastica, istituita a Palazzo Chigi dal governo Renzi, dal 2015 sono tornati ad essere i due obblighi dell'articolo 6 della Legge 23 votata nel lontano 11 gennaio 1996 che doveva far partire ristrutturazioni, riparazioni e rottamazioni che avrebbero magari evitato tragedie come il crollo del 31 ottobre 2002 della scuola di San Giuliano di Puglia con 27 bimbi e una maestra morti. Gli annuali rapporti di Legambiente e Cittadinanzattiva mostrano ancora troppe troppe scuole fuorilegge per carenza di manutenzioni e mancate certificazioni Dal quasi nulla dei vent'anni precedenti, dal 2014 ad oggi sono stati stanziati 4,8 miliardi, oltre la metà nelle aree sismiche. Si sono tradotti finora in 6.500 cantieri avviati, più di 5.000 già conclusi e in 300 nuove scuole. Un primo inizio di pianificazione a lunga scadenza che va oltre le stagioni politiche e che chiunque può seguire on line su: www.cantieriscuole.it.
La Cassazione ha tracciato una linea con il passato e c'è tutta la nostra reputazione in gioco nel far partire la più grande operazione di edilizia sicura, anche nel condominio più rissoso. Il nuovo «sismabonus condominiale» è un incentivo formidabile ma vede paradossalmente una partenza fredda e lo scarso interesse anche delle aziende edili. Eppure gli interventi per ristrutturazioni antisismiche ed efficienza energetica sono ripagati in gran parte dallo Stato grazie ad un primo stanziamento di 11.6 miliardi nella legge bilancio 2016, predisposti da Graziano Delrio. Basta navigare sui siti del Ministero delle Infrastrutture o dell'Agenzia delle Entrate e seguire le istruzioni. Lo Stato restituisce fino all'85% dell'investimento anche per un intero edificio e fino a 90mila euro per appartamento, con detrazione delle spese per la verifica sismica. Tra i vari commi della Legge di Bilancio 2018 uno prevede finalmente agevolazioni fiscali per polizze assicurative che coprono da catastrofi naturali. La prevenzione è, insomma, ai blocchi di partenza, e molto dipende da noi italiani se solo riuscissimo a scollarci di dosso un bel po' di fatalismo medievale.
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