Diverso il punto di vista di don Franco Rapullino, Chiesa di S.Caterina alla Sanità, una vita in trincea, faccia a faccia con la criminalità organizzata. Dalle posizioni radicali di qualche anno fa (celebre il suo fujtevenne rivolto ai parrocchiani) è passato ad un atteggiamento di tolleranza e mediazione. «Quel che mi dà più fastidio - spiega - non è tanto l'uscita della statua di San Giovanni tra le mani sbagliate, quanto l'immagine della Chiesa presidiata dalla polizia». Qualcuno ha detto: sì, siamo camorristi, ma questo non significa che non possiamo aver fede e manifestarla. «E non c'è dubbio che questa religiosità esista - commenta don Rapullino - colpevolizzare è inutile. Fosse stato per me la statua l'avrei concessa senza problemi e avrei anche seguito la processione. Uno dei miei parrocchiani, mentre portava in spalla l'effigie della Madonna dell'Arco, si ferì al piede e, arrabbiatissimo, bestemmiò proprio la Madonna dell'Arco. La situazione mi fece sorridere, cosa avrei dovuto fare? Dieci anni fa, al posto di don Lucarella, avrei schierato davanti alla Chiesa non i poliziotti ma i cannoni. Adesso la penso in maniera diversa. Ho potuto constatare che, quando si getta nella terra un seme, i frutti prima o poi vengono fuori. Il problema di fondo è questo: noi sacerdoti dovremmo fare tabula rasa, eliminare tutte le forme di superstizione, tutti i rituali che sanno di profano. e tornare all'evangelizzazione. Ma così si correrebbe il rischio di cancellare antiche tradizioni». Pienamente d'accordo con la decisione del Cardinale don Vittorio Siciliano, Chiesa della Resurrezione a Scampia («È stata una scelta molto saggia. Esperienze simili non ne ho vissute, perché nella mia zona non esistono tradizioni di questo genere. Questo è un rione povero, le problematiche sono altre») e don Franco Esposito, parrocchia di San Pietro a Patierno («Mi sarei comportato allo stesso modo. Qui, per fortuna, la processione si svolge in modo corretto. Nessuna intromissione da parte della camorra»).
Qualche dubbio esprime invece don Mario Ziello, Chiesa della Concordia ai Quartieri spagnoli: «Qui si porta in processione la Madonna del Carmine, è sempre la stessa famiglia a organizzare la festa, ma si tratta di gente perbene.
A San Giovanni la situazione è diversa, il parroco si è sentito completamente estromesso dal rito. In linea generale, però, non ritengo giusto abolire tradizioni secolari: si tratta solo di "ripulirle" da certi orpelli che sanno di paganesimo. Una volta proposi di sospendere la processione. Venne in Chiesa un tale e mi citò un passo della Bibbia: "Dio non avrebbe distrutto Sodoma e Gomorra se in quelle città ci fossero stati almeno cinque uomini giusti. Don Mario, lei pensa che sui Quartieri non ci siano almeno cinque uomini giusti?". Non seppi rispondere, ma tornai sui miei passi e diedi il consenso all'uscita della statua».