Cantone lascia l'Anac: «Ciclo finito, torno in magistratura»

Cantone lascia l'Anac: «Ciclo finito, torno in magistratura»
Martedì 23 Luglio 2019, 11:45 - Ultimo agg. 24 Luglio, 07:01
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Anni di indicazioni, accertamenti e segnalazioni per scovare irregolarità e fugare rischi di infiltrazioni corruttive. Ma ora quel percorso «è chiuso». Raffaele Cantone lascia l'Autorità Nazionale Anticorruzione dopo oltre cinque anni alla presidenza dell'Anac, annunciando il ritorno in magistratura. Il suo è un addio anticipato di nove mesi, che non nasconde esplicite parole di amarezza in una lettera pubblicata sul sito dell'Autorità. «Sento che un ciclo si è definitivamente concluso - ha scritto -, anche per il manifestarsi di un diverso approccio culturale nei confronti dell'Anac e del suo ruolo».

Riflessioni che non sorprendono e che seguono quelle di alcune settimane fa, quando il magistrato parlò del Codice degli Appalti, stella polare dell'Anac, come di un documento diventato «da un giorno all'altro figlio di nessuno e trasformato nella causa di gran parte dei problemi del settore e non solo». A quelle frasi fa eco la lettera di queste ore, in cui Cantone sottolinea che l'Autorità Anticorruzione spesso è poco riconosciuta come meriterebbe. Sintomi, questi ultimi, di un rapporto non sempre facile dell'Anac con il governo gialloverde: i segnali di gelo sono stati progressivi fin dall'insediamento del nuovo esecutivo, per poi culminare nella fase dell'approvazione del decreto Sbloccacantieri. Quest'ultimo considerato dall'Anticorruzione un sistema che avrebbe facilitato gli appalti con una sorta di deregulation, finendo per depotenziare il valore normativo del Codice degli Appalti.

Quella distanza è confermata dal commento del ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, per la quale - pur riconoscendo i meriti dell'Autorità sul tema della prevenzione - «alcune linee guida e regolamenti dell'Anac non riuscivano a coniugare l'esigenza della trasparenza con quelle dell'efficienza e della rapidità: io l'avevo segnalato a Cantone che si doveva lavorare per snellire. Se per prevenire tutto blocchiamo tutto, non si fa niente». 

 


Nella sua lettera Cantone ha riferito del suo futuro, spiegando di aver fatto richiesta per rientrare in magistratura: intanto tornerà all'Ufficio del massimario presso la Corte di Cassazione, dove prestava servizio prima dell'incarico all'Autorità. Ma avendone già fatto domanda mesi fa, è teoricamente possibile che Cantone passi nei prossimi mesi a capo della procura di Frosinone, di Torre Annunziata oppure di quella di Perugia, proprio quella che si occupa dell'inchiesta sulle nomine, che ha scatenato una bufera al Csm. La magistratura vive una fase «difficile», che «mi impedisce di restare spettatore passivo», ha aggiunto l'ormai ex numero uno dell'Anac, commentando quella che nella sua lettera di commiato definisce una decisione «meditata e sofferta».

Le dimissioni di Cantone passeranno ora al vaglio del Csm e del prossimo plenum. Il premier ha quindi a disposizione circa due mesi per indicare, ai componenti delle Commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato, un nuovo presidente. E ora dall'opposizione si leva un appello affinché «non si smantelli questo presidio di legalità». Tanto che il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, si è associato «alle preoccupazioni di quanti temono che questo governo voglia liquidare in fretta l'esperienza di Cantone all'Anac».

Anche la presidente della Commissione Giustizia della Camera, Francesca Businarolo, ha espresso «vivo dispiacere perché a Cantone dobbiamo l'attivismo dell'organismo anti-corruzione».
Businarolo, deputata M5s e madrina della legge sul whistleblowing, il sistema dell'Anac per la segnalazione di condotte illecite, ha anche annunciato di aver presentato un suo ordine del giorno per introdurre questo meccanismo anche all'interno della Camera. Il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha ricordato: «con lui sempre un dialogo costruttivo e virtuoso: alcuni suoi suggerimenti mi hanno consentito di migliorare la legge Spazzacorrotti». E il vicepremier Luigi Di Maio ha aggiunto: «È stata sempre una persona leale nei confronti dello Stato e di qualsiasi governo, e poi mi fa piacere che abbia a cuore quello che sta accadendo nella magistratura».

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