Reddito di cittadinanza, a Pompei
in tredici per 28mila richieste

Reddito di cittadinanza, a Pompei in tredici per 28mila richieste
di Gigi Di Fiore
Venerdì 1 Febbraio 2019, 09:28 - Ultimo agg. 18:53
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Inviato a Pompei

Nella palazzina anonima di via Mazzini, il vano d'ingresso è senza luce. Neon fulminato, in attesa di sostituzione. Due piani stretti, per la sede del Centro per l'impiego che gestisce il maggior numero di disoccupati dell'intera provincia napoletana: 28mila. Sono i «disponibili al lavoro» di 5 comuni: Pompei, Boscoreale, Torre Annunziata, Boscotrecase. Trecase. Come a dire, gran parte dell'area vesuviana.

LE DOMANDE
Una signora esce e commenta: «Ci ho messo poco, anche se non ci sono i computer». Anche qui, come nella sede del Centro per l'impiego napoletano di via Diocleziano, il sistema informatico fa i capricci. Lo avverte anche un comunicato indirizzato all'utenza, affisso all'ingresso: «I disservizi che si verificano quotidianamente nell'erogazione dei servizi sulla linea del sistema informatico non dipendono dalla Regione Campania, ma dal mancato funzionamento del collegamento con il nodo nazionale Anpal-ministero del Lavoro».

Colpa di Roma, colpa del governo centrale che non fornisce strumenti e, soprattutto, non ha ancora fatto capire come funzionerà l'organizzazione per le domande sul reddito di cittadinanza. La Regione ha sollecitato circolari esplicative, interventi sulla rete informatica, ma finora senza successo. Il direttore del Centro per l'impiego di Pompei, Carmine Scafa, è cortese ma spiega: «Non posso fornire informazioni». Anche qui, a fine novembre, è arrivata la famosa circolare regionale che vieta di fornire notizie ai giornalisti per «non creare confusione vista la grande attesa e le aspettative esistenti sul sistema del reddito di cittadinanza». Negli uffici al primo piano e nella sala che accoglie chi deve presentare istanze e domande sono visibili in totale tredici dipendenti. Non c'è confusione, ma il lavoro aumenterà per le pratiche sul reddito di cittadinanza.

 

L'AFFLUENZA
La scorsa settimana, l'accompagnatore di un disabile che doveva presentare domanda di invalidità per lavoro ha urlato e spaventato i dipendenti. Si è temuto il peggio, anche perché in questa sede non è prevista neanche un vigilantes come invece a Napoli. Non vengono dati numerini a chi arriva, tutto è affidato al buon senso e all'autoregolamentazione della gente. Quando manca non molto alla chiusura, la folla è poca. Raccontano che il caos si è visto un mese fa, quando si sono diffuse le prime voci sul reddito di cittadinanza in arrivo. Ora la gente, in attesa di saperne di più, viene e deposita il suo modulo riempito a penna di «disponibilità al lavoro». È il presupposto per il reddito di cittadinanza. E qui non sono meno di 150 le persone che ogni giorno presentano le loro domande. Le statistiche degli ultimi giorni registrano un incremento di almeno un terzo di domande da quando è stato approvato il decreto sul nuovo reddito di cittadinanza.

I PATTI REI
La grande incognita per gli uffici è capire cosa ne sarà dei famosi patti Rei, quelli voluti dai governi Renzi e Gentiloni per sostenere chi ha difficoltà economiche accertate. Quegli elenchi potranno essere utilizzati come validi anche per il reddito di cittadinanza? Sarebbe un guadagno di tempo e lavoro anche per l'Agenzia di Pompei. Qui, finora, negli elenchi raccolti da aprile a novembre per i patti Rei compaiono 1300 persone. Un lavoro fatto soprattutto a mano, con pochi computer. Sono stati i Comuni, attraverso i servizi di assistenza sociale, come prevede la legge a segnalare i casi di povertà. Tutto è raccolto in registri Buffetti, che sostituiscono i database informatici. Un lavoro impegnativo, che potrebbe rivelarsi inutile se il reddito di cittadinanza sostituirà in tutto i patti Rei.
 
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