Sono 16.850 i messaggi che Sofia Stefani e Giampiero Gualandi si sono scambiati su Whatsapp, Viber e Signal, tra gennaio 2023 al 16 maggio 2024, quando la donna è stata uccisa.
«Statisticamente le parole più presenti nelle chat tra Giampiero Gualandi e Sofia Stefani sono tensioni e pressioni», ha detto il maresciallo maggiore del nucleo investigativo dei carabinieri di Bologna, Matteo Filippone, testimoniando al processo di primo grado a carico dell'ex comandante della polizia locale di Anzola dell'Emilia, accusato di aver ucciso la ex collega, molto più giovane di lui, con la quale aveva una relazione.
Gualandi, presente in aula, si è sempre difeso dicendo che, nel corso di una colluttazione con la ragazza, era partito un colpo dalla sua pistola di servizio, che stava pulendo.
Nello scambio continuo sulle chat i due si sono inviati foto e video espliciti, oltre a numerosissime telefonate, videochiamate e messaggi.
Le chat e la tensione
Analizzando i testi, da quanto ha riferito in aula il maresciallo maggiore Filippone, emerge «una ciclica alternanza di quiete e tensione nel loro rapporto». Gualandi chiedeva continuamente alla giovane ex collega di «lasciarlo respirare» e di non insistere per incontrarlo, come avveniva spesso anche negli uffici della polizia locale di Anzola. La donna, invece, insisteva per vederlo «anche solo per un bacio dietro ad una colonna», come aveva scritto in un messaggio.
A maggio 2024, quando Sofia è stata uccisa, a differenza di quanto ha raccontato Gualandi agli investigatori e alla pm Lucia Russo dopo la morte di Sofia, «la relazione era in essere e non ci sono mai state interruzioni», precisa il maresciallo Filippone.
Stefani, però, a più riprese aveva mostrato «sensi di colpa» e aveva cercato di troncare, nel tentativo di recuperare il rapporto con il fidanzato che li aveva scoperti.
Gualandi, invece, nonostante la moglie a un certo punto si accorga del tradimento, chiede a più riprese Stefani di proseguire la loro liaison e di non adottare «soluzioni radicali» troncando il rapporto.