«Armare gli insegnanti? Un’idea terribile». La testimonianza di uno dei sopravvissuti

«Armare gli insegnanti? Un’idea terribile». La testimonianza di uno dei sopravvissuti
di Luca Marfé
Giovedì 22 Febbraio 2018, 16:18 - Ultimo agg. 16:25
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NEW YORK - «Un’idea terribile». Alfonso Calderon ha 16 anni ed è uno dei sopravvissuti alle strage di Parkland, in Florida. Il suo giudizio è severo, il suo sguardo quasi incredulo. L’«idea terribile» è quella di Donald Trump: risolvere il problema delle armi…con altre armi.

Durante un incontro con i superstiti che ha avuto luogo alla Casa Bianca, infatti, il presidente non ha escluso la possibilità di armare e formare appositamente gli insegnanti affinché siano in grado di difendere i loro studenti da eventuali aggressioni.

«Io non so se Trump abbia mai messo piede in una scuola, ma, per quanto ne sappia io, gli insegnanti dovrebbero essere degli educatori, degli insegnanti, appunto».

Alfonso ha le guance segnate dall’acne di un giovane, ma parla come un adulto. È arrabbiato e sconvolto, ma determinato. E tiene la parola ai microfoni di Cnn. E continua.

«Il loro ruolo è quello di mettere le nostre menti in condizione di darsi da fare nel mondo che ci aspetta lì fuori. Di certo non quello di saper utilizzare degli AR-15 (un fucile d’assalto semiautomatico prodotto negli Stati Uniti, ndr)».

D’un tratto si interrompe, perde il filo del discorso, si scusa.

«Perdonatemi, ma soltanto una settimana fa avevo paura per un compito in classe di matematica. Avevo paura per uno spettacolo che stavamo mettendo in piedi per i più piccoli della scuola. Davvero non pensavo di dover avere paura di tutto questo».

Si ricompone sùbito, però. E nel farlo non si limita a reclamare maggiore attenzione per un tema evidentemente delicato. Ma insiste sul fatto che la sua voce, assieme a quella di tanti e tanti dei suoi coetanei, meriti attenzione e considerazione.

«Non ci stanno prendendo sul serio, non abbastanza. Non abbiamo ancora un’idea precisa riguardo alle nostre prossime mosse, ma sappiamo che ci daremo da fare e che lo faremo presto».

Un ceffone in pieno volto, per concludere, alla National Rifle Association. Nonché ad una sezione molto vasta della politica di questo Paese. E non soltanto del suo fronte repubblicano, per definizione più conservatore. Del resto anche durante l’ottennato firmato da Barack Obama, la lobby delle armi ha dimostrato, a colpi di finanziamenti, di saper avere la meglio persino sui democratici.

Ma Alfonso non ci sta, tutti questi giovani non ci stanno.

«Sebbene sia vero che siamo soltanto dei ragazzini, è altrettanto vero che siamo grandi a sufficienza per comprendere le responsabilità economiche che ci sono dietro a quello che è successo».

Ha gli occhi lucidi.

«Pensano che non possiamo capire. Io sono stato rinchiuso in un armadietto per quattro ore. Quattro. Io ho inviato un messaggio sul cellulare dei miei genitori con su scritto “Non so se ci rivedremo mai più, vi voglio bene”. Credetemi, io posso capire. Sono loro che non possono capire».


(Alfonso Calderon durante uno dei momenti della sua testimonianza. «Non so se riuscirò mai più ad avere fiducia nelle istituzioni», ha affermato in uno dei passaggi più polemici.)
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