Cuoco obeso muore a 51 anni ma non può essere cremato: «E' fuori misura». La moglie: «Discriminato anche da morto»

Era in sovrappeso, Marco Manganotti, morto a 51 anni a Verona. Una condizione, che l'ha portato ad avere tante difficoltà, anche dopo la morte
Era in sovrappeso, Marco Manganotti, morto a 51 anni a Verona. Una condizione, che l'ha portato ad avere tante difficoltà, anche dopo la morte
Martedì 9 Agosto 2022, 20:31
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Pesava 180 chili, Marco Manganotti (51 anni) e, anche nel momento della morte ha ha trovato difficoltà. La vita e la morte di una persona obesa, può avere dei retroscena inimmaginabili. Marco faceva il cuoco a Castagnaro (Verona) ed è morto il 25 giugno scorso per un cancro al colon. Ora è la compagna Nadia Gasparini a voler raccontare il suo percorso a Repubblica, sperando di cambiare le cose. «Non abbiamo potuto scegliere la bara: quella adatta a contenere una salma così grande era di un solo tipo. Marco voleva essere inserito in un loculo accanto ai genitori ma anche questo non è stato possibile, per via delle misure standard dei loculi. Ci hanno detto che perfino la bocca del forno crematorio era troppo piccola e che non ci sarebbe entrato. Allora io dico: tutto questo non è ammissibile».

«Stiamo abbattendo le barriere di discriminazione di tanti gruppi di persone e non abbiamo alcun riguardo per i sovrappeso». Marco era in sovrappeso, e quei 180 chili spesso causano tante patologie: dal diabete all'ipertensione, all'insufficienza renale.

Ma, nel frattempo aveva sempre continuato a vivere la sua vita, a lavorare, a pianificare un futuro con Nadia, che lavora a Castagnaro come assistente scolastica e che stava con lui ormai da 8 anni.

«L'amore che ho per lui è immenso - continua Nadia -. Non ti devi vergognare per il tuo peso, gliel'ho sempre detto. Certo non immaginavo che anche la morte ci avrebbe messi di fronte a questa diversità». Quando Marco è morto, i parenti si sono trovati di fronte ad una serie di difficoltà: un solo tipo di bara, niente loculi, niente cremazione. Unica possibilità, la sepoltura a terra. Tutto questo per le misure: «Il mio compagno non è il primo a vivere tutto questo» continua Nadia. 

«Purtroppo in Italia riserviamo tutte le attenzioni sulla nascita ma la morte non viene considerata» dice Luciano Taffo, titolare dell'impresa funebre divenuta famosa per le campagne pubblicitarie e gli slogan sui social network. «Come ci sono i campi per le persone che non hanno un reddito, i cimiteri dovrebbero dotarsi di loculi per persone obese. Oppure bisognerebbe dare la possibilità di costruirsi un manufatto, per collocare una bara di particolari misure. Noi abbiamo fatto funerali a persone che pesavano anche oltre i 210 chili. Sappiamo i problemi che si incontrano, perché li viviamo tutti i giorni. Un altro problema sono i forni crematori, che vengono tutti dati in gestione ai comuni: ma un comune si muove soltanto sul campo dell'ordinario».

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