Sono almeno 1500 i giovani che hanno lasciato la Gran Bretagna negli scorsi anni per raggiungere luoghi di guerra in Siria e in Iraq, su 3000 che vivono in Inghilterra e che i servizi segreti britannici considerano aderenti all'Isis. Molti di questi stanno tornando, e forse proprio per compensare le sconfitte del Califfato sul campo, colpiscono in Occidente. Ma c'è anche un altro problema che preoccupa moltissimo gli 007 della regina, e sono quei 1000 uomini rinchiusi nelle carceri del paese, che potrebbero uscire a breve e che non hanno mai abbandonato il fondamentalismo. Proprio da Manchester, poi, nel 2014, sono partite due giovanissime di origine somala e cittadinanza britannica, per raggiungere il fratello che si era unito all'esercito del Califfo. Mentre l'anno scorso è toccato a un venditore di fiori sempre della zona, diventare un possibile target del terrore nero. Stephen Leyland, 64 anni, abituato a servire signore tranquille, moglie di giocatori, una volta anche David Beckham, è finito sulla copertina del primo numero di Rumiyah, il magazine online jihadista. La sua foto è stata usata per accompagnare un articolo nel quale si invitava i terroristi a spargere «il sangue del venditore di fiori». La scelta dell'immagine è stata probabilmete casuale, ma di certo arriva da qualcuno che vive nella stessa zona.
In queste ultime settimane, poi, la propaganda jihadista ha tenuto il volume alto.
Molti gli appelli a colpire, ed è tornata in campo al Qaeda, con il figlio di Osama bin Laden, Hamza, che ha inviato un messaggio audio sul web. Il giovanissimo ha lanciato una indicazione generale ad aggredire l'Occidente a tutti i seguaci del terrore, proprio nel periodo del Ramadam. L'attentato nell'Arena dove si stava svolgendo il concerto di Ariana Grande, una pop star americana molto giovane e molto seguita, sembra un fatto un po' diverso di quello avvenuto due mesi fa sul ponte di Westminster quando il cinquantaduenne cittadino britannico Khalid Masood, insegnante di inglese di Birmingham con precedenti penali per piccoli reati, si è lanciato alla guida di un’automobile sui passanti che affollavano il marciapiede. Cinque le persone morte, cinquanta i feriti. Qualcosa di più organizzato e pensato. In queste ore, riporta il sito Site, che monitora il web ”nero“, molti canali di informazione jihadista inneggiano all'attentato e ne rivendicano la paternità. E si parla anche della diffusione di un video che riprenderebbe il kamikaze in azione, poco prima di farsi esplodere.