La corruzione scuote il Pp, imputata il prefetto di Madrid

Il premier spagnolo Mariano Rajoy
Il premier spagnolo Mariano Rajoy
di Paola Del Vecchio
Mercoledì 10 Maggio 2017, 15:08
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Madrid. Un nuovo scandalo di corruzione scuote il Partido Popular: l’imputazione del prefetto di Madrid per un’operazione relativa alla cessione di terreni pubblici di Mercamadrid, i mercati generali della capitale. L’imputazione di Concepcion Dancausa e di altre 14 persone per un presunto reato societario, collegato alla malversazione di fondi pubblici, arriva nel giorno in cui in Parlamento le opposizioni hanno mosso un’autentica offensiva al premier Mariano Rajoy, il leader del partito conservatore, assediato dalle inchieste di Tangentopoli, che rivelano inquietanti trame politico-giudiziarie e gettano pesanti ombre sulle massime cariche della Procura generale e di quella Anticorruzione.
Amministrazione sleale e fraudolenta è l’ipotesi di partenza dell’inchiesta che vede imputata il prefetto Dancausa per un reato societario, all’epoca in cui era consigliere nella giunta comunale guidata da Ana Botella - moglie dell’ex premier Aznar – e amministratrice delegata di Mercamadrid. Le indagini prendono le mosse da una denuncia per malversazione di fondi pubblici presentata un anno fa dall’attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Manuela Carmena, di Ahora Madrid, affine a Podemos.  E riguardano una singolare operazione per la quale i gestori del mercato centrale all’ingrosso, impresa municipalizzata, hanno ceduto terreni comunali alla società ‘Merca Ocio’ ma, invece di percepire un fitto, Mercamadrid si impegnava a pagare alla società concessionaria un canone mensile di 42mila euro al mese fino al 2032. O al pagamento di 11 milioni di euro, in caso di rescissione del contratto. Fra i 14 imputati, anche Pablo Manuel Gonzalez, fratello di Ignacio Gonzalez, l’ex presidente della Comunità di Madrid, entrambi attualmente in carcere per la tangentopoli relativa al Canal Isabel II, l’acquedotto della capitale.
L’ennesimo caso è scoppiato proprio mentre Rajoy compariva per la prima volta alla Camera, per rispondere all’opposizione sul ‘caso Lezo’, l’inchiesta sulla corruzione che ha portato dietro le sbarre Ignacio Gonzalez, e alle accuse di inquinare le indagini con le pressioni esercitate dal ministero degli Interni sulla Procura. Dalle rivelazioni filtrate dai media spagnoli sulle presunte connivenze, l’ex governatore di Madrid, Gonzalez, quando era già indagato per la tangentopoli del Canal Isabel II, in una conversazione con l’ex ministro del Pp, Eduardo Zaplana, affermava: “Vediamo se si può collocare alla Procura anticorruzione, sarebbe fantastico”, riferendosi a Manuel Moix, poi puntualmente nominato capo della Procura Anticorruzione e sospettato di aver successivamente impedito perquisizioni in casa dell’imputato Gonzalez. La  nomina di Moix è stata avallata dal governo su proposta del Procuratore generale dello Stato, José Manuel Maza, dopo che questi – stando alle rivelazioni di Radio Cadena Ser – era stato messo al corrente del contenuto delle intercettazioni dalla viceprocuratrice capo dell’Anticorruzione, Belen Suarez. Ad alimentare lo scandalo politico giudiziario, anche la sospetta ‘soffiata’ che avrebbe fatto il sottosegretario alla Giustizia, José Antonio Nieto, ad Ignacio Gonzales nel corso di un incontro, in cui l’avrebbe avvertito di essere indagato.
In aula il premier Rajoy ha difeso oggi “l’operato esemplare della Procura generale”, "la professionalità del procuratore Anticorruzione Manuel Moix" e “l’indipendenza assoluta dei magistrati”. E lo stesso ha fatto il ministro di Giustizia, Rafael Català, rispondendo alle richieste di dimissioni  di massa avanzate dai socialisti del Psoe all’opposizione, che esigono anche ‘la testa’ del sottosegretario Nieto, del procuratore generale e del procuratore Anticorruzione, per “restituire dignità alle istituzioni”. Da parte sua, Pablo Iglesias, leader di Podemos, ha di nuovo puntato l’indice su Rajoy: “Presenteremo una mozione di censura contro di lei – ha detto rivolto al premier - perché sta ‘parassitando’ le istituzioni dello Stato”, ha tuonato coniando un singolare neologismo.
Ma né le richieste di dimissioni, né la mozione di sfiducia hanno possibilità di essere approvate, per la mancanza di un accordo fra i partiti dell’opposizione su un candidato e un programma alternativo al governo minoritario del Partido Popular. Sempre più infangato dagli scandali di corruzione, che stanno oscurando perfino la brillante ripresa economica, Il Pp somiglia sempre più alla vecchia Balena Bianca della Democrazia Cristiana, prima dell’implosione della tangentopoli sistemica. 
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