Shoah, lite Israele-Polonia: no al vertice con Visegrad

Shoah, lite Israele-Polonia: no al vertice con Visegrad
di Simona Verrazzo
Martedì 19 Febbraio 2019, 13:00
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GERUSALEMME - È alta tensione tra Israele e Polonia, tanto da venir annullato il vertice dei paesi del Gruppo di Visegrád, in programma questa settimana a Gerusalemme per il forfait di Varsavia. Le prime polemiche sono arrivate la scorsa settimana con le parole del premier israeliano, Benjamin Netanyahu. Ma a far precipitare la situazione, arrivando alla cancellazione del summit, sono state le dichiarazioni del nuovo ministro degli Esteri israeliano, Yisrael Katz (membro del partito nazionalista Likud), secondo il quale «i polacchi succhiano l'antisemitismo con il latte della mamma». Una frase che ha scatenato l'ira del primo ministro di Varsavia, Mateusz Morawiecki, che ha annullato la sua visita. Inizialmente il capo dell'esecutivo polacco aveva annunciato che si sarebbe fatto rappresentare dal ministro degli Esteri, Jacek Czaputowicz, mentre in un secondo momento anche lui ha deciso di non partecipare al vertice e di non mandare in Israele alcun rappresentante del proprio paese. Tutto è cominciato domenica, giorno in cui Katz ha preso la guida della diplomazia israeliana, rilasciando l'intervista che ha scatenato la crisi.
 
«I polacchi hanno collaborato con i nazisti, sicuramente. Come disse l'ex primo ministro, Yitzhak Shamir, bevono antisemitismo con il latte materno. La Polonia divenne il più grande cimitero del popolo ebraico», questo quanto dichiarato all'emittente Channel 13. Dichiarazioni che il governo di Varsavia ha ritenuto inaccettabile, tanto che il ministero degli Esteri ha convocato l'ambasciatore israeliano in Polonia, Anna Azari, per chiederle spiegazioni, così come era successo la settimana scorsa dopo le affermazioni di Netanyahu, che però era riuscito ad arrestare la crisi dichiarando che le sue parole (che i polacchi avrebbero aiutato i nazisti a perpetrare l'Olocausto) erano state manipolazione giornalistica malevola.Proprio una settimana fa Netanyahu era a Varsavia per la Conferenza ministeriale sul Medio Oriente. Questa volta, però, le frasi sono state come un macigno nelle relazioni tra i due paesi, tanto da indurre a non far partire la delegazione polacca alla volta di Israele. «Ho preso questa decisione ha detto il premier di Varsavia A causa delle dichiarazioni di Katz, che ho trovato assolutamente inaccettabili, non solo a livello diplomatico ma anche nella sfera pubblica». Il primo ministro polacco, ripreso dall'emittente pubblica TVP, ha ricordato come il suo popolo, nel corso della Seconda guerra mondiale, «siano state le persone più colpite, insieme agli ebrei e ai rom». Come conseguenza della crisi il summit congiunto fra i paesi Visegrád (Ungheria, Polonia, Repubblica ceca e Slovacchia) e Israele è stato annullato e al suo posto sono stati programmati incontri bilaterali. A dare conferma del cambio di scaletta è stato il premier ceco, Andrej Babis, lasciando intendere che il vertice potrebbe tenersi nella seconda metà del 2019, secondo quanto riferisce l'agenzia di stampa ceca CTK, quando la presidenza di turno del gruppo dei quattro spetterà proprio a Praga. In Israele sono comunque arrivati, oltre a Babis, anche Peter Pellegrini e Viktor Orbán, alla guida degli esecutivi rispettivamente di Slovacchia e Ungheria.

Nel febbraio 2018 Varsavia aveva approvato una legge che stabiliva pene fino a tre anni di carcere per chi si riferisse ai campi di concentramento come polacchi o accusasse la nazione di complicità con il nazismo e i suoi crimini. La legge era stata criticata dalle comunità ebraiche mondiali e dall'Unione europea e lo scorso giugno Varsavia aveva fatto marcia indietro. Costituto nel 1991, il Gruppo di Visegrád (V4) riunisce nazioni in passato aderenti al comunismo e alla sfera sovietica, prendendo il nome dall'omonima piccola città-castello dell'Ungheria dove si svolse la prima riunione. Al momento della sua formazione erano tre membri, diventati quattro con la scissione, dal 1993, tra Slovacchia e Repubblica ceca. L'obiettivo che si pone è un'alleanza culturale e politica, proseguita anche con l'entrata, di tutti e quattro, nell'Unione europea, nello stesso anno, il 2004. Del gruppo soltanto la Slovacchia ha aderito all'euro, nel 2009.
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