Ucraina, la scrittrice Kostioukovitch: «Il dominio sull’Eurasia da Lisbona a Vladivostok, ecco a cosa pensa Putin»

Ucraina, la scrittrice Kostioukovitch: «Il dominio sull’Eurasia da Lisbona a Vladivostok, ecco a cosa pensa Putin»
di Titti Marrone
Giovedì 7 Aprile 2022, 07:12 - Ultimo agg. 17:15
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Nella testa di Putin c’è un calderone dove confluiscono misticismo, falsificazioni storiche mutuate dalla Nuova Cronologia dell’accademico nazionalista Anatoly Fomenko, teorie ispirate da Aleksandr Dugin, filosofo esoterista fondatore del Partito Nazionalbolscevico. E questa poltiglia dà forma alla dottrina dell’Universo Russo, uno Stato ideale con i popoli russi “geneticamente superiori” sul podio. Su questo indaga la scrittrice Elena Kostioukovitch, traduttrice di sette libri di Umberto Eco, originaria di Kiev, a Milano da trent’anni. Da tempo si è dissociata dal regime russo pubblicando scritti di denuncia con la sua agenzia letteraria. Ora La nave di Teseo lancia un suo ebook, presto anche in forma cartacea: «Nella mente di Vladimir Putin», prefazione di Ludmila Ulitskaya. 

«Pochi sanno che Putin, nel KGB, non era una sorta di 007» dice la scrittrice «ma un travet dal ruolo insignificante.

Veniva da una famiglia modesta, da sobborghi dove imperversava il culto della violenza. Non ha frequentato scuole che potessero trasmettergli un pensiero complesso. Prima di fare politica, si è arricchito con traffici nel porto di San Pietroburgo. Poi ha incontrato l’esoterismo e il misticismo di Fomenko e Dugin: invito tutti a cercarli su Wikipedia per capire che cosa teorizzano. Dugin, poi, è stato anche invitato più volte da Salvini. Tramite loro, Putin si è creato un nazionalismo raffazzonato impregnato di teorie esoteriche che mi ha fatto venire in mente alcuni brani del Pendolo di Foucault».

Lei scrive di una sua “pazzia individuale sostenuta da mancanza d’informazione pubblica e grande stress emotivo”. Ma come può reggere ciò di fronte al massacro di Bucha?
«La versione ufficiale russa su Bucha, che si tratterebbe di una messinscena, ha la stessa logica che porta il professor Fomenko a sostenere che la storia europea sia stata falsificata nel 1500 dagli europei, negatori del grande passato della Russia. E così come la vera storia russa sarebbe stata alterata, gli ucraini avrebbero ammazzato 470 persone disponendole in un set dell’orrore. Ci crede il popolo? Sì, perché questa è la sola informazione che passa. Le grandi città hanno anche cercato di protestare, ma i piccoli villaggi e le enormi distese esistono ancora e nelle vaste aree la gente non ha notizie, ma ha paura».

Vede analogie tra Putin e Hitler?
«Non lo so. Lui dice di combattere il nazifascismo, ma sostituisce la storia con un’altra storia. Se controllate le sue fonti, i suoi cadaveri del pensiero non sono meno agghiaccianti di quelli scoperti a Bucha. I battaglioni Azov (ndr, l’unità militare ucraina di formazione nazifascista) ci sono in ogni esercito, e dare del nazista a Zelensky, ebreo come me, con la stessa dolorosa storia familiare, è come dare del razzista ad Obama». 

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Lei evidenzia le pose da guerriero di Putin, la “passione per svaghi da testosteronico maschio alfa”. È pazzo o un ex KGB con il culto della guerra?
«Entrambe le cose. Convivono in lui idealizzazioni e mistica del Kgb che lo ha sollevato dalla sua parte socialmente misera. Alla fine lui stesso non sa che cosa realmente stia avvenendo: vive da segregato, non si fida di nessuno, vede solo sudditi che gli portano le notizie che vuol sentire e che servono a loro per conservare il proprio posto comodo. Uno degli effetti del Covid è stato poi liberare tra la gente le fantasie più strane e dare ai Paesi poteri più forti del solito. L’effetto di ciò sui russi è stato micidiale».

Fino a dove può arrivare? Può attuare la minaccia nucleare?
«Esperti militari russi dicono che può farlo senza problemi. Ma una volta dato l’ordine, ci sono altre cinque persone che dovrebbero attivare i codici necessari a scatenare un attacco nucleare. Se uno si rifiuta, diventa un eroe, e sarebbe anche la fine di Putin. Ora, lui con la retorica può arrivare dove vuole, e il suo vero progetto ideale lo ha forse svelato Medvedev quando ha parlato di “una Eurasia dominata dai nostri valori, da Lisbona a Vladivostok”. Ma la realtà è un’altra cosa».

Le sanzioni e le trattative possono fermarlo?
«Le sanzioni servono se presto Putin non avrà più soldi per pagare la guerra. Gli oligarchi penalizzati in Europa continueranno a rubare in Russia e la miseria della gente aumenterà. Le trattative fin qui sono state solo una messinscena, soprattutto per la rappresentanza russa priva di esponenti significativi. Dobbiamo solo pregare Dio e nuocere il più possibile a Putin e al suo progetto sull’Universo russo. Ma se venisse ucciso, forse non lo sapremmo e lui continuerebbe a vivere nell’immaginario pubblico: non è forse già successo in Russia, e di recente anche con Zhirinovsky, il leader dell’ultradestra di cui il Cremlino aveva smentito la morte?».
 

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