Usa e guerra in Ucraina, lettera di 30 democratici a Biden: «Serve la diplomazia»

Usa e guerra in Ucraina, lettera di 30 democratici a Biden: «Serve la diplomazia»
di Luca Marfé
Martedì 25 Ottobre 2022, 15:47 - Ultimo agg. 26 Ottobre, 07:31
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«Considerata la devastazione figlia di questa guerra, per l’Ucraina e per il mondo, e considerato il rischio di una catastrofica escalation, crediamo che sia interesse dell’Ucraina, degli Stati Uniti e del mondo intero, evitare un conflitto prolungato».

E ancora:

«Serve una spinta della diplomazia, bisogna raddoppiare gli sforzi per giungere a un cessate il fuoco definitivo».

Questi alcuni passaggi chiave di una lettera che circa 30 deputati della Camera americana hanno inviato a Joe Biden.
30 deputati, attenzione, democratici.

Detto in altre parole: il presidente nel mirino del fuoco amico per la sua gestione della crisi ucraina.

La sostanza è questa: bene il supporto economico, e pure militare. Ma dopo 8 mesi lunghissimi e devastanti, appare evidente, anche ai primi alleati politici dell’attuale Casa Bianca, che sia assolutamente necessario un cambio di strategia.

Più di qualcuno, insomma, si ricorda finalmente della parola diplomazia.

Le ultime settimane, che avvicinano il Paese alle elezioni di midterm in calendario per il prossimo 8 novembre, hanno già visto la compagine repubblicana suonare l’allarme attorno a Kiev e dintorni. Che vogliono sì difendere da Mosca, ma senza correre il rischio di impelagarsi in una nuova guerra, addirittura nucleare. Nonché, in parallelo, senza correre il rischio ulteriore di dimenticarsi delle necessità del popolo americano, ancora incerottato dopo due anni e mezzo di restrizioni, chiusure e crisi.

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Con l’inflazione che imperversa e con le materie prime che sono aumentate di un generale 20%, ma con dei picchi mostruosi, ad esempio, proprio sul fronte della tanto cara benzina (passata da una media di 2 dollari al gallone, fino a sforare in certi casi persino i 7 o gli 8 dollari, ndr).

La sensazione dunque è netta: il fronte è rotto.
A Biden, e al nuovo Congresso che verrà fuori da queste elezioni, toccherà escogitare, e presto, nuove soluzioni.

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