Giorgia Meloni si fa portavoce Ue: «Un ponte verso l’Africa». Oggi a Roma la conferenza sui migranti

L’intesa politica con von der Leyen e il “Piano Mattei” per fermare i flussi

Giorgia Meloni si fa portavoce Ue: «Un ponte verso l’Africa». Oggi a Roma la conferenza sui migranti
Giorgia Meloni si fa portavoce Ue: «Un ponte verso l’Africa». Oggi a Roma la conferenza sui migranti
di Francesco Bechis
Domenica 23 Luglio 2023, 00:13 - Ultimo agg. 12:14
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Un po’ premier, un po’ ambasciatrice. Alla conferenza sullo sviluppo e le migrazioni che oggi radunerà alla Farnesina ventuno capi di Stato e di governo di Paesi africani, mediorientali ed europei Giorgia Meloni si presenterà in una doppia veste. Capo del governo italiano. E, per una giornata, portavoce dell’Ue. L’Italia è padrona di casa di questo summit mediterraneo nella Capitale che servirà a lanciare in anteprima il “Piano Mattei”, la vera agenda diplomatica del governo Meloni per fermare all’origine i flussi migratori che si riversano sulle coste italiane con le uniche armi non spuntate di cui dispone: investimenti nei Paesi di partenza, cooperazione, corridoi di ingresso legali. 

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LA DIMENSIONE UE

Il vertice «è un successo italiano», esulta Meloni alla vigilia, «Avremo oltre 20 Paesi mediterranei, arabi, europei, africani, 16 tra capi di stato e di governo, 10 organizzazioni internazionali». Ma è anche europeo il summit romano che chiamerà a conclave i principali leader del Mediterraneo allargato, dall’emiratino Zayed al qatarino Al Thani, dal presidente tunisino Saied al premier egiziano Mabdouly, per discutere di migrazioni, sviluppo sostenibile e commerci. Ebbene, sull’imprimatur dell’Unione europea al summit di Roma, di cui è prova la presenza dei due presidenti di Consiglio e Commissione Charles Michel ed Ursula von der Leyen, molto ha insistito Meloni in questi mesi di preparazione silente e operosa insieme agli sherpa di Palazzo Chigi. Chi è vicino alla premier definisce «un pensiero fisso» la sua ostinata battaglia per portare al centro dei negoziati a Bruxelles, di solito occupati da questioni più nordiche o più finanziarie - il debito, il patto di stabilità, i mille vincoli del mercato unico - il dramma dei traffici di esseri umani nel Mediterraneo. Un’emergenza umanitaria che a dispetto di riforme vere o solo annunciate a Bruxelles pesa ancora e soprattutto sui Paesi di primo approdo, Italia in testa. Per Meloni è anche un problema politico non indifferente. L’hotpost di Lampedusa è al collasso, gli arrivi da inizio anno sono più di 83mila, quasi il triplo rispetto all’anno scorso. Serve un cambio di passo. O meglio, un cambio di prospettiva, correggono da Palazzo Chigi dove ripetono come un mantra le due parole più care a Meloni: “dimensione esterna”. Significa guardare oltre l’emergenza degli sbarchi, lavorare alla radice. Significa salvare la Tunisia di Saied dal collasso finanziario come stanno provando a fare non senza fatica Ue e Italia tra finanziamenti promessi ed altri ancora congelati. Significa anche chiedere una mano a quei Paesi del Golfo - Emirati, Arabia Saudita, Qatar - che danno le carte nel risiko nordafricano (ad esempio in Libia) e possono fare la loro parte per stabilizzare l’area, ovviamente a patto di ottenere garanzie indietro. Tutto questo sarà posto oggi sul tavolo. Meloni potrà contare sulla sponda politica di von der Leyen, la presidente di ferro con cui è nato un rapporto di ferro, o quasi. Prima la visita in Emilia-Romagna, poi gli assist per sbloccare le rate del Pnrr italiano, dunque la missione con Meloni in Tunisia e il summit di Roma sul Mediterraneo. Ursula e Giorgia si parlano e si intendono e c’è chi scommette che questo crescendo potrebbe portare la leader dei conservatori italiani ed europei a puntare sulla sua rielezione alla guida della Commissione Ue dopo le europee del 2024. Scenari lontani, ancora. Intanto Von der Leyen appalta a Meloni l’agenda mediterranea dell’Ue. 
Emmanuel Macron invece resterà in disparte dal vertice a Roma: la Francia non è stata invitata.

Né risulterebbe gradita la sua presenza a quei Paesi dell’Africa settentrionale e subsahariana che ancora accusano il governo francese di una cooperazione “predatoria” e rievocano i fantasmi dell’era colonialista. 

LA CONFERENZA

Tutto pronto per la conferenza alla Farnesina, dunque. Che in ogni caso traccerà un percorso ma non si chiuderà con un accordo formale. L’obiettivo, spiegano fonti diplomatiche, è «coniugare un rinnovato impegno internazionale nel contrasto ai flussi migratori irregolari con lo sforzo per affrontarne le cause profonde politiche economiche e climatiche, secondo la logica del ‘Piano Mattei’». Domani Meloni aprirà nella Capitale, alla Fao, il vertice internazionale sulla sicurezza alimentare. Anche qui è atteso un parterre di livello, tra leader africani ed europei e il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. In questi giorni davvero tutte le strade portano a Roma. 

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