Coronavirus Italia, ecco il piano di Conte: buoni spesa, reddito di emergenza e aiuti alle imprese

Coronavirus Italia, ecco il piano di Conte: buoni spesa, reddito di emergenza e aiuti alle imprese
di Valentino Di Giacomo
Sabato 28 Marzo 2020, 17:32 - Ultimo agg. 19:41
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Social card per aiutare le famiglie a fare la spesa, reddito di emergenza alle fasce disagiate della popolazione e sovvenzioni ad imprese e alle attività commerciali colpite dalle chiusure forzate. Non c’è più tempo da perdere: il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, dovrebbe annunciare già stasera, in una conferenza stampa, le misure al vaglio del governo che proveranno a dare un’immediata boccata d’ossigeno a quelle fasce di popolazione – soprattutto nel Mezzogiorno - ormai già allo stremo. Negli ultimi giorni il premier, in continuo collegamento con i ministri interessati, sta valutando le modalità per adottare dei provvedimenti di emergenza che si cercherà di attuare nel minor tempo possibile. L’allarme degli 007 – segnalato in esclusiva dal Mattino – di possibili disordini e rivolte concentrati al Sud, da parte delle categorie non protette come i lavoratori in nero, non è passato inosservato. 
 

 

La prima misura, quella di più semplice attuazione, è l’introduzione di una sorta di social card per consentire alle famiglie indigenti di fare la spesa. Nelle ultime ore si sono intensificati i contatti tra il Governo e le grandi catene di supermercati che da subito si sono dette disponibili a collaborare. Si tratta di buoni spesa mensili – è stata ipotizzata una cifra di circa 200 euro – che consentiranno alle famiglie di poter comprare alimenti e beni di prima necessità. Alcuni marchi nazionali delle grandi catene di distribuzione hanno anche offerto la propria disponibilità ad applicare sconti, anche del 50%, per dare una mano alle persone più colpite dalla crisi. Tutto sarebbe già pronto, ma resta l’enorme difficoltà di individuare dei criteri equi per riuscire ad assegnare questi buoni spesa a chi realmente ne ha bisogno ed evitare che ci siano “furbetti” che possano approfittarne. Oltre alle misure che si stanno prendendo, nel corso della conferenza stampa che dovrebbe già tenersi questa sera, il premier farà infatti un appello ai cittadini di non approfittare di queste misure per dare la possibilità di beneficiarne solo a chi ne ha realmente necessità.
 


C’è chi lo chiama “reddito di emergenza”, chi “di quarantena”. Di certo verrà ulteriormente allargata la platea di chi già oggi beneficia del reddito di cittadinanza. Ovviamente questo assegno mensile andrà contemperato alla social card. Il Governo, per individuare chi avrà diritto al “reddito di emergenza”, attiverà sin da subito i Comuni che, attraverso i sindaci, hanno certamente più strumenti per stabilire i criteri attraverso cui assegnare questi aiuti. Per ottimizzare il piano sarà chiesta agli enti locali una sorta di task-force per fare in modo che questi stanziamenti arrivino alle famiglie nel minor tempo possibile evitando lungaggini burocratiche. In queste ore si sta valutando anche l’ipotesi di consentire ai cittadini di effettuare una sorta di autocertificazione per chiedere gli aiuti per poi verificarne la sussistenza dei requisiti ex post. 
 
 

Tempi più lunghi potrebbero invece esserci per gli aiuti alle imprese e alle attività commerciali ferme in questo periodo. Anche perché degli interventi saranno necessari non solo in questa primissima fase di emergenza, ma soprattutto dopo che la piaga dei contagi da Covid-19 sarà stata arginata e si comincerà a riaprire gradualmente le imprese. In questo senso il Governo attende le risposte della Ue sui margini di manovra assegnati ai singoli Stati per intervenire. A Roma si attende di capire se sarà consentito e quanto debito pubblico potrà essere prodotto per aiutare famiglie, commercio e imprese. 
 

Già nei giorni scorsi il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, aveva spiegato che l’esecutivo avrebbe dovuto porsi il problema di aiutare anche i tanti lavoratori in nero che ci sono in Italia.
Come segnalato dal Mattino, l’Istat lo scorso anno ha stimato che in tutto il territorio nazionale ci siano almeno 3,7 milioni di cittadini che lavorano in nero o nel mondo dell’economia sommersa. Un problema ancor più cocente al Sud dove sono tantissime le persone che prestano servizio senza un contratto di lavoro riconosciuto e senza tutele. Tanti gli appelli in queste ore, anche dall’opposizione, per un rapido intervento, come quello dell’ex ministro, Nunzia De Girolamo. «Ho letto sul Mattino dell’allarme lanciato dai nostri 007 e – ha detto in un video pubblicato sui suoi canali social – serve intervenire rapidamente per aiutare queste famiglie e non aggiungere emergenza all’emergenza». Già questa sera il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, potrebbe annunciare le prime iniziative.   

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