Coronavirus in Campania, De Luca detta i tempi: «Il picco del contagio arriverà a Pasqua»

Coronavirus in Campania, De Luca detta i tempi: «Il picco del contagio arriverà a Pasqua»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 28 Marzo 2020, 08:30 - Ultimo agg. 12:59
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Usa i toni da premier De Luca. Compresa pure l'attesa di 40 minuti, modello Conte, prima di aprire con la sua diretta su Facebook. Si rivolge direttamente, e spesso con toni apocalittici («È una guerra, è una guerra», ripete), ai campani per spiegare il lavoro che la Regione ha messo in campo per fronteggiare l'emergenza Coronavirus. Ma attenzione a Pasqua: «Ci sarà un picco di 3000-3500 contagi». E sulle accuse contro il governo e la Protezione civile non fa marcia indietro («Ho usato torni forti ma ho il dovere di parlare e abbiamo solo ribadito le cose che non andavano») e, anzi, non rinuncia alla stilettata: «Le misure restrittive andavano prese prima, come abbiamo fatto noi che l'abbiamo anticipate dieci giorni prima». Ma salva Arcuri, il commissario per l'Emergenza: «Una persona perbene e ha ammesso che il sistema si è inceppato». Non è il messaggio alla nazione ma alla Campania, sicuramente sì.

«Abbiamo alzato i toni quando abbiamo verificato l'emergere di criticità pericolose. Abbiamo come prima priorità la Lombardia. Ma c'è una seconda priorità: evitare che l'epidemia esploda nel Sud, perché se esplode qui, non potremmo aiutare la Lombardia e sarà il collasso in Italia», dice riferendosi alla lettera spedita tre giorni fa al premier e ai ministri per rimarcare la situazione in questa regione. «Dobbiamo fare in modo che il virus non esploda nel Mezzogiorno perché ora - insiste - abbiamo tempo per correggere ciò che non va, fra una settimana sarà troppo tardi».
 


Insiste sullo «stringere i denti», esorta i campani a fidarsi di lui ed a seguire le direttive e le restrizioni imposti «se vogliamo uscirne fuori». Ma sperando che l'emergenza non arrivi al Sud con l'impatto che ha colto la Lombardia. Poi fornisce i numeri di ciò che è arrivato da Roma. «Circa 71mila mascherine, 2100 tra tute e visiere e 7 ventilatori. Ma le mascherine - aggiunge - saranno sufficienti solo per qualche giorno. Altri 16 ventilatori dovrebbero arrivare lunedì. Da Roma ci hanno detto che ci avrebbero inviato 225 ventilatori e 621 caschi. Se vogliamo reggere - avverte - le forniture devono arrivare ogni 3 giorni. Al momento riusciamo a governare il problema, a patto che arrivino le forniture». Poi sulle mascherine, il governatore non poteva non rinunciare al suo show. E, quindi, dalla scrivania mostra le mascherine arrivate: «Ci vuole veramente una fantasia accesa - dice prendendone una - per definire mascherine, a meno che non si pensi alle maschere che usano i nostri nipoti a Carnevale. Questa va bene per fare Bunny il coniglietto...». Si mostra fiducioso, però, sui posti di terapia intensiva (anche se ieri spedisce la sua task force in Irpinia per monitorare la situazione ad Avellino ed Ariano Irpino): «In Campania abbiamo 335 posti letto, la metà dedicati ai pazienti Covid che necessitano di terapia intensiva. Nell'arco di 3 settimane avremo 120 posti di terapia intensiva all'ospedale del Mare. Questi posti letto - aggiunge - si sommeranno agli altri 200 che devono essere attivati la settimana prossima in tutta la regione. È quello che ci servirà se nella prima settimana di aprile arriveremo a 3mila, 3500 contagi».
 
 

Unica criticità che ammette sono i tamponi: «C'è stata una criticità. Un mese fa avevamo un solo laboratorio che li esaminava, ora ne abbiamo dieci. Faremo 2mila tamponi al giorno e daremo risposte a tutti nelle 24 ore». Ma non saranno fatti su larga scala: «Il modello Corea, cioè fare tamponi a tutti è una balla. Sono stati fatti 300mila tamponi su 50 milioni abitanti, ma il contenimento in Corea è avvenuto perché sono stati controllati i cittadini uno ad uno con sistemi informatici, controlli telefonici».

Intanto nel Casertano in due casi si ricorre al giudice per intimare i tamponi. Accade a Castelmorrone dove un avvocato ricorre a tutela del figlio attualmente ricoverato in una struttura riabilitativa dove si era registrato un caso di infezione da Covid-19 mentre a Francolise, sempre un avvocato, ha intimato all'Asl di provvedere ad eseguire un tampone su un intero nucleo familiare di un fotografo che era rimasto contagiato ad una promessa di matrimonio del figlio del sindaco di Francolise (che è positivo).


Sul fronte del bollettino ieri si registra un piccilo incremento in Campania: su un totale di 865 tamponi eseguiti ieri, 128 sono risultati positivi.
Con Salerno che registra la crescita più alta (53 contagi su 302), seguita da Avellino con 36 positivi e Napoli con 30. Mentre Avellino si ferma 5. E in Campania si arriva a 1582 positivi al Coronavirus con 128 nuovi solo ieri. Ma a guardare i dati dal 20 marzo a ieri: scende il rapporto tra i positivi rispetto ai 10.593 tamponi effettuati. 

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