Manovra, pioggia di emendamenti: bonus bebè e tassa sulla Coca-Cola

Manovra, pioggia di emendamenti: bonus bebè e tassa sulla Coca-Cola
di Francesco Pacifico
Venerdì 16 Novembre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 18:03
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Alla Camera e al Senato piovono migliaia di emendamenti su due testi - la legge di Bilancio e il Dl Fiscale - decisivi per il futuro del governo. Soltanto per la manovra ci sono 3.500 richieste di modifiche, 450 dai partiti di maggioranza, una ventina dal governo.

Anche se con un nuovo nome, incentivi alla natalità, il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, ha annunciato che ripristinerà il vecchio bonus bebè con più soldi: in un emendamento alla manovra il governo allocherà risorse per 444 milioni di euro, invece dei circa 400 previsti dal vecchio esecutivo. Cambiano le regole di erogazione: per ogni figlio successivo al primo è previsto un incremento del 20% sugli importi. Previsti 40 milioni di euro per il congedo di 4 giorni per i padri, l'istituzione del «Fondo di sostegno per le crisi familiari» (10 milioni di euro annui), il raddoppio (da 400 a 800 euro) delle detrazioni fiscali per i figli con disabilità. Sempre nella manovra i Cinquestelle hanno presentato un emendamento per abbassare l'Iva al 5% per i pannolini di neonati, disabili e anziani, e per istituire un bonus da 100 euro per l'acquisto di seggiolini anti-abbandono.
 
Complice le crisi degli istituti, la maggioranza si è scoperta divisa sulle modifiche alla riforma della banche cooperative. Nel primo pomeriggio è stato presentato un emendamento targato Lega al Dl fiscale, che ha abbassato la soglia minima per l'aggregazione da 200.000 a 100.000 euro di riserve, tenendo fuori dalle tre centrali uniche (Iccrea, Cassa Centrale e Raiffeisen) tutti i piccoli istituti. Sempre il Carroccio voleva estendere i sistemi di tutela sul modello tedesco a tutte le realtà del settore, che alla fine dovrebbero andare solo alla centrale del Trentino Alto Adige. Alle Bcc è permesso di non valutare in bilancio l'impatto dello spread dei Btp detenuti.

Stop al condono. Con un vero e proprio colpo di scena, il decreto fiscale cambia ancora, e alla radice. La già discussa dichiarazione integrativa, motivo di tensione tra M5S e Lega nella turbolenta fase di gestazione del provvedimento approvato ma poi rivisto e corretto in due distinti cdm, scomparirà dal testo, annullando di fatto l'operazione di condono fiscale cardine del dl, fortemente voluta dal partito di Matteo Salvini. La dichiarazione integrativa speciale prevista dal testo, frutto di una lunga mediazione tra i due azionisti di governo, consentiva di dichiarare fino al 30% in più di quanto già comunicato al fisco, con un tetto massimo complessivo di 100 mila euro di imponibile per anno d'imposta su 5 anni (quindi teoricamente fino a 500 mila euro). L'obiettivo era permettere di sanare Irpef, Irap, ritenute e contributi, non solo non versati ma anche non dichiarati, pagando solo una quota delle tasse dovute: il 20% anziché le relative aliquote (per l'Irpef, ad esempio, fino al 43%). Questa possibilità sarà però ora esclusa e sarà possibile regolarizzare solo quanto già dichiarato.

Lega e Cinquestelle chiedono in manovra l'assunzione di 1.200 docenti nella scuola primaria in più solo al Sud e altri 2.000 nelle sezioni Primavera della scuola dell'infanzia. I pentastellati hanno proposto anche di estendere a tutte le scuole il tempo pieno nella scuola primaria. In manovra è stato presentato dai pentastellati un emendamento per finanziare con 235 milioni il bonus cultura per i diciottenni. Sempre il M5S chiede l'introduzione di «biglietti nominativi» per i concerti con più di mille persone.

I grillini vogliono istituire la «sugar tax»: l'obiettivo è tassare le bibite ad alto contenuto di zucchero, come la Coca-Cola per finanziare l'abolizione dell'Irap per i professionisti con introiti sotto i 100 mila euro.

Credito d'imposta per le aziende che producono piatti e forchette in bioplastica. Iva agevolata per favorire l'economia circolare e un fondo da 750 mila euro per promuovere la musica jazz.

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