Ius soli, apertura di Conte ma cinquestelle e Lega lo stoppano

Ius soli, apertura di Conte ma cinquestelle e Lega lo stoppano
di Emilio Pucci
Sabato 30 Marzo 2019, 08:30 - Ultimo agg. 13:23
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Il contesto prevedeva toni concilianti, la cornice era quella di Assisi, dove Giuseppe Conte ha partecipato ad un incontro con i giovani e la comunità dei Francescani. Ma la sostanza dell'intervento del premier non ha fatto certamente piacere alla Lega. Di fatto il presidente del Consiglio ha abbattuto il muro eretto dalla maggioranza sullo Ius soli. Ricordando che il tema non è nel contratto di governo ma sottolineando che necessita di un dibattito serio. «Auspico ha spiegato - che si avvii in sede parlamentare una riflessione serena, dove si può valutare anche una prospettiva di nascita sul territorio italiano, ma che deve essere collegata a un percorso di integrazione serio». Integrazione e non solo repressione, prevenzione e non solo misure coercitive.
 
E' la strategia dei Cinque stelle che in materia di sicurezza hanno portato avanti azioni di distinguo nei confronti dell'operato di Salvini. «La nostra politica sull'immigrazione ha osservato il premier - è spesso fraintesa, spesso riduttivamente veicolata, affidata a un messaggio semplificato che risulta fuorviante, in realtà è articolata e complessa, lavoriamo sulle cause» originarie delle migrazioni. Ma lo ius soli finora era argomento intoccabile, un tabù per il vicepremier del partito di via Bellerio. Ecco il motivo per cui il responsabile dell'Interno, riferisce più di un big della Lega, considera incomprensibile l'apertura di palazzo Chigi. Di Maio si e' affrettato a calmare l'irritazione crescente del suo alleato di governo: lo ius soli non è in agenda e non se ne discuterà, «anche perché c'è già una normativa in Italia che regola la cittadinanza. La riflessione auspicata dal Presidente riguarda una sua sensibilità. Legittima, per carità, ma personale». Sulla stessa linea la precisazione serale di Palazzo Chigi: il presidente del Consiglio ha espresso una posizione personale. I grillini però sono spaccati e una parte vorrebbe cogliere l'assiost fornito da Conte per tornare sul tema della cittadinanza. per ora Di Maio ha frenato i malumori.

Per la Lega un premier non può spiega un dirigente del Carroccio «parlare a titolo personale» di questi argomenti e prestare così il fianco a chi vuole allargare le divisioni nella maggioranza. Sulle parole di Conte è calato così il gelo della Lega. Ma nessuna intenzione di fare polemiche. Anche se pure sulla cittadinanza a Rami, il bambino che aveva salvato i compagni nel dirottamento dello scuolabus a San Donato Milanese, il Movimento 5 stelle a detta dei leghisti ha giocato per mettere in difficolta' il responsabile del Viminale.

«Il governo cede nuovamente alle pressioni della sinistra», attacca il presidente di Fratelli d'Italia, Meloni. «E' un principio sbagliato», dice la deputata di FI, Calabria. Il Pd prende la palla al balzo ed è pronto a riportare la battaglia in Parlamento. Escluso però che ci possa essere una convergenza tra il Movimento 5 stelle e i dem su un provvedimento che è gradito solo da un'ala pentastellata che fa riferimento al presidente della Camera, Fico. Zingaretti ha escluso che possa esserci un asse con i grillini ma sotto traccia sia fonti parlamentari Pd che del Movimento non chiudono la porta a possibili intese future, qualora la maggioranza dopo le Europee dovesse saltare. Ma Salvini punta a tenere saldo Di Maio alla guida del Movimento. «Di lui mi fido, lo ius soli non si farà mai», ha tagliato corto con i suoi.
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