La Lega non sfonda in Campania
tra liti, inchieste e addii

La Lega non sfonda in Campania tra liti, inchieste e addii
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 5 Agosto 2020, 08:53
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In Campania, a curare il dossier per la «discesa al Sud» della Lega, ci aveva pensato, nel 2015, l'attuale presidente del Copasir, il pavese Raffaele Volpi. C'era da asciugare il Carroccio da anni di retorica a trazione secessionista e settentrionalista e fu così che Volpi diede vita al movimento «Noi con Salvini» che già aveva eliminato l'indicazione «Nord» dal simbolo. L'impresa complessa era riuscire contemporaneamente a non scontentare il vecchio zoccolo del Nord, legato al «celodurismo» di Umberto Bossi e ai vecchi slogan come «Roma ladrona». Per far nascere la nuova creatura politica la Lega ha fatto leva su vecchie classi dirigenti, spesso legate a esperienze democristiane come Angelo Attaguile, in Sicilia esponente Dc a partire dagli anni 70. Una sorta di «peccato originale» che si è poi riprodotto in ogni Regione meridionale. Proprio come in Campania dove Salvini si è rivolto invece agli ex Msi, su tutti Gianluca Cantalamessa, figlio dello storico europarlamentare, Antonio. Poi, per cercare ulteriori adesioni, il Carroccio ha inglobato un altro ex Msi, l'ex senatore Vincenzo Nespoli, che ha poi portato nel partito altri big come l'ex Pdl, Pina Castiello. Il problema è che vari esponenti incamerati nella Lega hanno poi avuto guai giudiziari. Su Nespoli, ad esempio, pende una condanna a otto anni di reclusione per riciclaggio e bancarotta fraudolenta. Ed è proprio sulla questione della pulizia degli iscritti che Salvini ha poi provato a liberarsi dal giogo dei vari potentati locali inviando in Campania un nuovo coordinatore, il suo braccio destro, già numero due al Viminale, il lombardo Nicola Molteni. Uno schema adottato in quasi ogni Regione del Sud, dove gli attuali coordinatori sono tutti del Nord. L'obiettivo è fare pulizia nella «vecchia» Lega cercando di portare volti nuovi e «puliti» nel nuovo Carroccio in Campania. Ma le inchieste su esponenti leghisti hanno continuato a proliferare.

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LA MISSIONE
L'ingrato compito di Molteni è ora trovare personaggi in grado non solo di portare consensi, ma pure di non creare imbarazzi sul fronte giudiziario. La missione è stata compiuta solo in parte con i recenti arrivi degli ex Fi (e prima ancora centristi) Giampiero Zinzi e Severino Nappi, sicuramente in grado di portare il loro contributo elettorale. Il reclutamento non è andato a buon fine con altri. Ad esempio dopo un'iniziale adesione alla Lega hanno cambiato cavallo in corsa, nel Casertano, due ex primi cittadini dei Comuni di Frignano e Tora e Piccilli. Si parla di Gabriele Piatto e Luciano Fatigati, entrambi ormai vicini ad una candidatura nelle liste di Vincenzo De Luca. Altro addio di peso potrebbe essere registrato nel Salernitano, con l'ex sindaco di Pontecagnano Ernesto Sica. Con gli amministratori locali la Lega ha più di qualche difficoltà ormai da anni. Il primo sindaco leghista al Sud, Ciro Borriello a Torre del Greco, è stato arrestato nel 2017 per corruzione e truffa. Non meglio è andata ad Avellino dove ad essere indagato lo scorso anno fu persino il coordinatore provinciale Sabino Morano per un'inchiesta sui clan locali. Un episodio che lasciò il segno fino a suggerire a Salvini di incaricare del coordinamento regionale Nicola Molteni per fare pulizia. Resistono nelle file della Lega, invece, i due sindaci di Sorrento e Positano, Michele De Lucia e Giuseppe Cuomo sui quali ora Molteni fa molto affidamento.

LE DIFFICOLTÀ
Per la Lega resta così difficile liberarsi del suo recente passato al Sud. Da un lato c'è da tenersi buoni gli esponenti che per primi sono entrati nel Carroccio fin dalle origini, dall'altro la necessità di rinnovarsi ricercando nuovi nomi. Si finisce però sempre con il pescare tra chi ha trascorsi in altri partiti. Poco male quando a trainare il simbolo è Matteo Salvini, più difficile quando devono essere i dirigenti locali a portare acqua. La prova in Campania ci sarà il prossimo 20 settembre con le Regionali. La Lega sarà chiamata a confermare il 19,2% delle scorse Europee.

(1-continua)
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