Lockdown, nuovo decreto fino a maggio: stop movida alle 15, verso il giallo rinforzato

Lockdown, nuovo decreto sino a maggio: stop movida alle 15, verso il giallo rinforzato
Lockdown, nuovo decreto sino a maggio: stop movida alle 15, verso il giallo rinforzato
di Mauro Evangelisti
Venerdì 26 Marzo 2021, 00:07 - Ultimo agg. 17:41
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23.696: comincerà da questo numero la riunione della cabina di regia - Mario Draghi con i capidelegazione di tutti i gruppi di maggioranza - che deve decidere i contenuti del nuovo decreto sulle misure di contenimento dell’epidemia. Quella cifra esprime i casi positivi registrati ieri, insieme ai 460 decessi per Covid e ai 32.044 posti letto occupati. Raccontano che la discesa della curva c’è, ma è lenta: di fronte alla variante inglese ormai predominante gli effetti delle fasce rosse sono annacquati. Dunque - è la tesi del Comitato tecnico scientifico su cui si ritrova anche la linea della prudenza sostenuta dal ministro della Salute, Roberto Speranza - aprire con troppa leggerezza il 7 aprile, soprattutto se si vogliono fare tornare a scuola i bambini anche in zona rossa, è un azzardo.

In un Paese con 562mila positivi offrire un altro trampolino al virus, quando ancora non sono stati protetti con il vaccino gli anziani, è pericoloso. Tra i rigoristi sono indicati anche Franceschini (Pd) e Patuanelli (M5S). Ma per la verità anche la ministra Mara Carfagna (Forza Italia) ieri a Porta a Porta ha spiegato: «Non si può ignorare una catastrofe sanitaria che ha conseguenze drammatiche dal punto di vista economico e sociale. Prematuro parlare di riaperture, bisognerà vedere come evolve la curva dei contagi nei prossimi giorni». Un’altra parte della maggioranza, a partire dalla Lega, continua a ripetere che aprile deve essere il mese della ripartenza e della riapertura. Non sarà facile per Draghi individuare a una sintesi. 

Lo scenario all’orizzonte è di compromesso: mantenere anche dopo Pasqua, per almeno due settimane, la sospensione della fascia gialla, facendo ballare le Regioni, a seconda dell’andamento del contagio, tra arancione e rosso. Solo in situazioni straordinarie di bassissima diffusione del virus, come già avvenuto in Sardegna, può essere previsto il bianco. Prosegue il divieto dello spostamento tra Regioni. Torneremo a rivedere il “giallo” solo nella terza decade di aprile, ma c’è chi chiede comunque di rendere più severe le misure anche per questo colore: maggiore rigore nei week-end e limitazioni che scoraggino gli aperitivi del tardo pomeriggio, anticipando le chiusure di ristoranti e bar (oggi previste alle 18 in fascia gialla) di qualche ora. Se questi saranno i pilastri principali del decreto, si andrà a ripetere lo schema del primo lockdown del 2020, che si concluse a maggio quando in Italia c’era un quinto di persone positive rispetto a oggi (ma la capacità di testare e intercettare i casi asintomatici era molto più limitata), mentre i ricoverati erano più o meno quelli attuali. 

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La differenza rispetto ad allora è rappresentata dai vaccini, arma che allora non esisteva e che oggi viene dialetticamente usata all’interno del governo sia dai sostenitori della linea del rigore sia dagli “aperturisti”. Ieri si è toccata quota 250.000 iniezioni. La tesi di chi consiglia prudenza, a partire da Speranza, è semplice: non prendiamoci dei rischi inutili, vista la ferocia delle varianti, resistiamo almeno fino a maggio, quando il numero degli immunizzati sarà molto più alto; allo stesso modo, chi preme per le riaperture, ripete che la formula delle zone rosse da sola non basta, bisogna vaccinare molto di più e restituire la libertà agli italiani. Dal Pd l’ex ministro agli Affari regionali, Francesco Boccia: «Mentre gli ospedali di molte Regioni sono allo stremo, c’è qualche politico irresponsabile che vuole riaprire tutto e subito. A volte, con alcuni politici che dicono che va tutto bene, sembra ci sia un clima quasi da orchestra del Titanic». 

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