Rossi: «Ora basta con i sovranisti
all'Italia serve una Buona Destra»

Filippo Rossi, giornalista e politico
Filippo Rossi, giornalista e politico
Giovedì 20 Agosto 2020, 11:43
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Un libro, tante presentazioni in giro per l’Italia, adesso un Centro Studio e un partito presente su tutto il territorio. Abbiamo fatto qualche domanda a Filippo Rossi, giornalista di lungo corso e politico, autore di “Dalla parte di Jekill-manifesto per una Buona Destra” e anima del nuovo movimento politico che sta prendendo vita in queste settimane sotto le insegne della “Buona Destra”.
 
Filippo Rossi, come sei arrivato alla “Buona Destra”?
 «La Buona Destra è un  percorso che abbiamo deciso con migliaia di amici che la pensano allo stesso modo, in tutta Italia. A partire da una discussione, un’elaborazione politica e culturale che ha trovato un primo sbocco nel libro “Dalla parte di Jekill”. Presentandolo ho girato tutta Italia, trovando adesione al “manifesto” che ne è l’anima: la volontà di esprimere una buona politica, di destra. Daremo vita ad un movimento politico vero e proprio: ad ottobre, a Roma, ci sarà un grande evento nazionale che rappresenterà la costituente della Buona Destra. Il primo passo, verso il congresso del nuovo partito che si terrà nella primavera del 2021. A metà settembre sono invece in programma due eventi in Sicilia, il 26 settembre a Torino la prima presentazione nazionale del progetto partito».
 
Perché il nome “Buona Destra” per il tuo nuovo movimento politico? C’è una destra cattiva in Italia oggi?
 «Sì, c’è una destra cattiva ed è incarnata da quei partiti come Lega e Fratelli d’Italia, psuedo-sovranisti e fintamente nazionalisti, che esprimono una cattiva politica. Una politica che fomenta le paure degli italiani e alimenta l’odio, una comunicazione basata sulle fake news, strumentale e contraddittoria. Lontana anni luce dal mio, dal nostro concetto di politica. E lontanissima dalla nostra idea di Destra, autorevole e responsabile, patriottica, liberale ma rispettosa delle regole e della istituzioni. Il nostro obiettivo è costruire una destra anti-sovranista, anti-estremista. La parola “moderata” non è sufficiente a descrivere il posizionamento del nuovo partito, che è proiettato al futuro facendo leva sul buon senso e sul rigore, su innovazione e bellezza».
 
Dove si posiziona la Buona Destra, fuori dall’attuale coalizione di Centrodestra?
 «Il nostro posto è nel centrodestra. Ma prima bisogna sconfiggere questa anomalia tutta italiana, quella di una coalizione di centrodestra guidata dalle forze estremiste. In tutta Europa esistono due tipi di destre, esistono come in Francia una destra repubblicana “Gollista” ed una destra estremista come il Lepenismo che non a caso simpatizza ed è alleata di Salvini e Meloni. Sono due destre che si affrontano, si combattono anche, di certo sono avversarie. Non sono quasi mai alleate, come lo sono invece in Italia Lega e Fdi. Ecco, in Italia manca questa destra liberale, seria e anche solo ‘decorosa” che in altri paesi europei è invece perno dei sistemi politici».
 
Che posizione ha la Buona Destra sull’immigrazione, tema molto caro a Lega e Fratelli d’Italia?
 «Lega soprattutto, ma anche Fratelli d’Italia sfruttano da sempre la questione migranti in modo strumentale. Salvarli tutti non significa accoglierli tutti. Il nodo è tutto qui. Ci deve essere una strada che sia di rigore ed umanità. L’affermare l’umanità di non lasciare morire esseri umani in mare non significa aprire le frontiere a chiunque. Noi stiamo già lavorando a questo: un pool di esperti è già al lavoro sulla nostra prima proposta organica sull’immigrazione, che sarà presentata subito dopo l’assemblea costituente della Buona Destra».
 
Cosa c’è di nuovo in questa idea di partito che non sia già stata espressa da forze come An e Forza Italia?
 
«E’ cambiato tutto dall’era del centrodestra a guida An-Forza Italia, non vivevamo l’era dei nazionalismi beceri, la Lega era ancorata al mito “nordista”, Fratelli d’Italia semplicemente non esisteva. Ma quello che è cambiato davvero è il “corpo” del paese, l’umore degli elettori italiani. Sentiamo un richiamo forte ad una politica seria ed autorevole, lontana dai populismi, responsabile e capace di ridare slancio al paese. Una politica che sappia “volare alto” e non solo immaginare il futuro dell’Italia, ma disegnarlo e costruirlo su basi concrete, unendo non dividendo, incoraggiando la coesione sociale non alimentando rancori e divisioni, qualunquismo e odio come fa oggi la destra estrema».
 
Che cosa manca alla politica di oggi e come giudica l’operato del governo Conte?
 «Come ho detto manca una visione positiva del domani. Pur consapevoli delle difficoltà del presente dobbiamo immaginare e costruire l’Italia dei nostri figli, quella che verrà tra 20-30 anni. Stiamo vivendo una fase di emergenza difficilissima, dettata dalla pandemia. Ma nella storia le crisi sono sempre state una grande opportunità per crescere. Nella gestione dell’emergenza il governo Conte è stato all’altezza della situazione, pur con molti distinguo tra i ministri. Ma il governo di una grande nazione come l’Italia, di fronte ad una situazione economica che si prospetta pesantissima per i prossimi dieci anni almeno, deve osare di più. La politica, come dicevo, deve volare più alto. L’Europa mette a disposizione ingenti risorse finanziarie: dobbiamo sfruttarle tutte per costruire il nostro futuro, innovando dalle infrastrutture alla scuola, dalla sanità ai beni culturali. Con efficienza, rigore e “bellezza”: questo farebbe la Buona Destra al governo».
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