Voto di scambio, arriva la scheda anti-frode

Voto di scambio, arriva la scheda anti-frode
di Paolo Mainiero
Sabato 7 Ottobre 2017, 08:41 - Ultimo agg. 16:40
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Avanti a passo spedito, in commissione Affari costituzionali, nell’esame della legge elettorale. Ieri, altra giornata di votazioni. Regge l’accordo Pd-Forza Italia, Lega, Ap sul Rosatellum. Il testo dovrebbe essere approvato domani per approdare in aula martedì prossimo.

Soglie. Uno dei punti più controversi, quello della soglia di sbarramento al Senato, è stato risolto con la decisione di Alternativa popolare di ritirare gli emendamenti che consentivano l’accesso al riparto dei seggi nel proporzionale alle liste che avessero ottenuto il tre per cento in almeno tre regioni. «Le soglie non cambiano», ha assicurato il relatore Emanuele Fiano. Per il Senato resterà dunque la soglia unica del tre per cento a livello nazionale. «Dobbiamo avere il coraggio di andare da soli con la nostra identità, se stai sotto il tre vai a casa», ha poi spiegato il coordinatore nazionale di Ap Maurizio Lupi. La partita tuttavia non è affatto chiusa. L’emendamento potrebbe essere riproposto in aula, dove è ammesso il voto segreto. Non cambia neanche la soglia per le liste cosiddette civetta: i voti dei partitini che superano l’uno per cento ma non raggiungono il tre saranno assegnati alla coalizione collegata e ne beneficeranno i partiti maggiori.

Multicandidature. Salgono da tre a cinque, così come ha proposto Fiano raccogliendo una volontà di Forza Italia. Mdp e M5s hanno votato contro. «Così - hanno spiegato - aumenta il potere di controllo delle segreterie dei partiti sui candidati da eleggere». Fiano ha replicato che la legge elettorale in vigore (l’Italicum) ne prevede dieci di multicandidature. «Il Rosatellum le dimezza», ha detto. Dunque, ci si potrà candidare in un collegio uninominale e in cinque plurinominali. In caso di elezione si dovrà optare per il collegio in cui la propria lista ha ottenuto meno voti.

Collegi. I collegi uninominali del Senato passano da 102 a 109. La commissione aveva già approvato un emendamento che rivede i criteri che il governo dovrà seguire per disegnare i collegi uninominali della Camera, che saranno di dimensioni più ampie e in numero inferiore rispetto alla versione originaria del testo (65 contro 77). Proprio sulla perimetrazione dei collegi, ieri c’è stato un duro scontro in commissione. Il M5s ha messo in dubbio che il ministro dell’Interno Minniti possa ricorrere al cosiddetto «gerrymandering», un metodo tortuoso e ingannevole nella definizione dei confini. «Nel 1993 i collegi furono disegnati da un governo tecnico», è stato l’affondo di Andrea Cecconi e Danilo Toninelli. «Sono accuse vergognose che si configurano come calunnia», ha risposto Fiano.

Giovani. E se in un collegio uninominale ci fosse un ex aequo? Vince il più giovane. Lo prevede un emendamento proposto da Fiano e inizialmente osteggiato da Forza Italia che invece voleva che il vincitore fosse il più anziano. Fiano ha sottolineato che si tratta di una «norma di chiusura residuale» ma che potrebbe comunque favorire la candidatura di giovani.

Ma è una novità che a detta di qualche osservatore potrebbe incorrere nel rischio di incostituzionalità in quanto si configurerebbe una violazione del principio dell’uguaglianza del voto.



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