Vaccino Covid, ecco cosa c'è negli antivirus: acidi, pezzi di Dna e grassi

Vaccino Covid, ecco cosa c'è negli antivirus: acidi, pezzi di Dna e grassi
di Emilio Fabio Torsello
Mercoledì 10 Marzo 2021, 08:00 - Ultimo agg. 10:32
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Su cosa contengano i vaccini in questi mesi si è detto di tutto. Eppure, esistono documenti ufficiali che spiegano nel dettaglio cosa ci sia nelle fialette del siero. Iniziamo con il flaconcino Pfizer, che in realtà si chiama Comirnaty. Secondo quanto riporta il sito dell'Aifa, questo vaccino utilizza come veicolo per far conoscere alle nostre cellule il virus del Covid una molecola: l'mRNA. L'mRNA infatti è la chiave di tutto: contiene le informazioni sul Coronavirus e serve a produrre la famosa proteina Spike che il nostro corpo deve conoscere per potersi difendere dal Covid. Senza il vaccino, il corpo non ha le informazioni per poterla riconoscere e combattere, serve qualcosa che la introduca nel nostro corpo e la faccia conoscere alle cellule: l'mRNA, appunto, contenuto nel vaccino. La m nella sigla mRNA indica che quella particella fa da messaggero e veicola le informazioni all'interno delle cellule.

Nel foglio illustrativo del flacone del vaccino Pfizer, inoltre, sono disciolti anche diversi tipi di grassi che servono a far passare più facilmente l'mRNA nelle cellule del nostro corpo, insieme a diverse sostanze utili a somministrare in modo ottimale il vaccino.

Tecnicamente si tratta di sostanze inerti che non possiedono proprietà terapeutiche ma la loro presenza è necessaria per facilitare l'assunzione del vaccino o per renderne possibile l'assorbimento da parte dell'organismo. Quelle contenute nel vaccino Pfizer sono potassio cloruro, potassio di idrogeno fosfato, sodio cloruro, fosfato disodico diidrato, saccarosio e acqua per soluzioni iniettabili. 

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Una struttura molto simile ha il vaccino Moderna: oltre all'mRNA contiene colesterolo e le stesse identiche sostanze viste per il vaccino Pfizer. Anche qui i grassi detti lipidi - fanno da veicolo per l'mRNA.

«Il vaccino più innovativo spiega il virologo Fabrizio Pregliasco, membro del CTS lombardo - è quello di Pfizer-Moderna, che veicola pezzetti di RNA, tali per il fisico fa tutto da solo: prima ingloba l'RNA nelle sue cellule, questo viene trasformato nella proteina Spike e quindi parte la risposta immunitaria. In pratica facciamo vedere al sistema immunitario solo ciò che ci interessa recepisca». E lo stesso vale per il vaccino Moderna.

Diverso invece il meccanismo dei vaccini AstraZeneca e del vaccino Janssen della Johnson&Johnson: in questi vaccini a portare le informazioni sul Coronavirus nel nostro corpo è un tipo virus, conosciuto con il nome di Adenovirus. «Gli Adenovirus - spiega Pregliasco - sono molto diffusi, ce ne sono tanti e causano alcune delle sindromi influenzali non importanti che già conosciamo. Nel caso di questi vaccini, non sono pericolosi e vengono usati per portare nel nostro corpo le informazioni che il sistema immunitario deve conoscere per potersi difendere. AstraZeneca e Johnson & Johnson differiscono per il virus utilizzato e per le sostanze in cui è disciolto il vaccino, ma il principio è lo stesso». 

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Secondo quanto dichiarato nel foglio illustrativo del vaccino AstraZeneca, una dose di vaccino contiene l'Adenovirus dello scimpanzé e sostanze come il magnesio cloruro esaidrato, l'etanolo, il saccarosio, il sodio cloruro, il disodio edetato (diidrato) e acqua per preparazioni iniettabili. Il vaccino Janssen utilizza invece il virus del raffreddore ma depotenziato e sostanze come l'acido citrico monoidratato, citrato trisodico diidrato, etanolo, e cloruro di sodio.

C'è infine il vaccino russo Sputnik, prodotto dal Gamaleya Research Institute of Epidemiology and Microbiology. Il meccanismo dello Sputnik è lo stesso visto per AstraZeneca e Johnson&Johnson. Qui gli Adenovirus però sono due, entrambi virus depotenziati del raffreddore.

«Sputnik spiega Pregliasco - è molto simile a Janssen e AstraZeneca ma contiene due Adenovirus diversi, motivo per cui è necessaria la prima e la seconda dose. In generale conclude Pregliasco - tutti i vaccini di cui parliamo hanno lo stesso livello di sicurezza. Su AstraZeneca c'è stata una narrazione errata che ha portato a credere che fosse un vaccino di serie B perché in realtà negli studi clinici iniziali c'era una casistica bassa tra gli anziani e quindi l'EMA ha chiesto una estensione, ampliando successivamente il range di utilizzo. Tutti i vaccini evitano le forme più gravi della malattia». 

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