Caldo record, frutta e verdura rovinate: i prezzi salgono alle stelle. «Picchi per angurie (+22%) e meloni (+67%)»

Coldiretti: «Il caldo danneggia i raccolti e i costi lievitano»

Caldo record, frutta e verdura rovinate: i prezzi salgono alle stelle. «Aumenti per angurie (+ 22%) e meloni (+67%)»
Caldo record, frutta e verdura rovinate: i prezzi salgono alle stelle. «Aumenti per angurie (+ 22%) e meloni (+67%)»
di Raffaella Troili
Giovedì 27 Luglio 2023, 06:50 - Ultimo agg. 06:52
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Il caldo torrido si fa sentire anche a tavola e nel portafogli. Mentre lievitano gli acquisti di frutta e verdura, aumentano vertiginosi anche i prezzi, per via dei danni causati alle coltivazioni e alle infrastrutture rurali, stimati ben oltre i 250 milioni di euro dell'anno scorso, tanto che Coldiretti Lazio prevede un possibile raddoppio della cifra. L'allarme viene da un'analisi sull'andamento dell'inflazione a giugno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo l'Istat ed effettuata dalla federazione regionale. Che avverte: «Stanno "bruciando" frutta e verdura nei campi, dall'uva ai meloni, dalle angurie alle albicocche, dai pomodori alle melanzane». Non solo: il caldo africano di questi giorni taglia la produzione di uova nei pollai, mentre le pecore sono costrette a migrare in altura per cercare pascoli verdi. In pericolo le colture nelle campagne, dove gli agricoltori sono costretti a ricorrere all'irrigazione di soccorso per salvare raccolti in sofferenza dagli ortaggi al mais, dalla soia al pomodoro, dato che con temperature superiori ai 35 gradi anche le piante sono a rischio colpi di calore e stress idrico, che compromettono la crescita della frutta sugli alberi, bruciano gli ortaggi e danneggiano i cereali. La produzione di grano registra un -10%, il raccolto di miele un -70%. Anche le mucche arrancano stressate e la produzione di latte si attesta su un -30%. I cali produttivi da "ustione" riguardano mais e foraggi (-45%), frutta (-15%), nel dettaglio -40% i cocomeri, -50% i meloni; i pomodori calano del 30%, come pure peperoni e melanzane (la verdura cala del 20/30%).

I COSTI

Di contro, la voglia di refrigerio e cibi freschi si fa sempre più forte: la frutta registra al consumo un aumento dell'8,3% e la verdura sale al 17,8%, con i prezzi che triplicano dal campo alla tavola.

A fronte di un +20% dell'aumento dei consumi. Rispetto all'anno precedente i prezzi dei prodotti registrano prezzi record: angurie +33%, meloni +67%, indivia +80%, carote +70%, patate +80%, melanzane +9%, pomodori +19%, sedani +14%, albicocche +22%, ciliegie +90%, pesche +6%, pere +85%, latte +15%. L'ondata di calore africana è la punta dell'iceberg delle anomalie di questo pazzo 2023 - segnala Coldiretti - segnato, prima da una grave siccità, che ha compromesso le coltivazioni e poi per alcuni mesi dal moltiplicarsi di eventi meteo estremi, precipitazioni abbondanti e basse temperature e infine il caldo torrido di luglio. In alcune aziende la perdita del raccolto è arrivata al 90%, come a nord est di Roma, a Tivoli e comuni limitrofi, dove la produzione di miele è stata pari a zero. A rischio anche la produzione di vini, i danni per la peronospora sono tra il 20 e il 30%. I Castelli romani tra le zone più colpite. Il titolare dell'azienda agricola nella Marcigliana "Oasi di Kadir", Murad Salem, conferma: «Dopo i danni nell'ortofrutta e nella produzione di latte, ci siamo attrezzati con la refrigerazione delle stalle e i pannelli solari per abbattere i costi».

«Il nostro settore - spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri - è quello più colpito dalle conseguenze dei cambiamenti climatici che i nostri agricoltori vivono quotidianamente, ma è anche quello più impegnato per contrastarli. Una sfida che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall'agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm». Granieri ha soluzioni: «Coldiretti ha predisposto insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita, tra cui una rete di bacini di accumulo (veri e propri laghetti) per arrivare a raccogliere il 50% dell'acqua dalla pioggia. Sarebbero realizzati con pietra locale e con le stesse terre di scavo con cui sono stati preparati, per raccogliere l'acqua piovana e usarla in caso di necessità».
 

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