Neanche il tempo di archiviare, per fortuna positivamente, l’aspra vertenza legata all’ormai ex Prysmian Fos di Battipaglia che un altro allarme sociale è pronto a scuotere con violenza la città capofila della Piana del Sele. Questa volta sulla graticola ci sono i 500 lavoratori della Cooper Standard - azienda dell’automotive fornitrice strategica per il gruppo Stellantis - che da ieri mattina sono in sciopero a oltranza. Il rischio più imminente è la perdita dei primi cento posti di lavoro ma la sensazione, di dipendenti e rappresentanti sindacali, è che a questa ipotesi di riduzione della forza lavoro a causa della mancanza di commesse, possa seguire un progressivo ed inesorabile depauperamento delle professionalità presenti in azienda.
I rappresentanti sindacali hanno fatto sapere di essere state informate dall’azienda che «la fabbrica si trova in una situazione di grave incertezza, con una drammatica riduzione delle commesse e la concreta minaccia di perdere altre 100 unita lavorative. Lo stabilimento è ora a rischio chiusura - rimarcano - con conseguenze devastanti per l’occupazione e l’intera comunità locale».
Sotto la lente di lavoratori e sindacati, come ricordato anche da Alessandro Antoniello, segretario della Uiltec, finiscono «le politiche adottate dal gruppo Stellantis, che sta consolidando una strategia produttiva volta a privilegiare stabilimenti in Serbia e Repubblica Ceca, dove i costi produttivi sono inferiori». Così le commesse per il sito battipagliese hanno cominciato a diminuire determinando «una concorrenza spietata e insostenibile, con il rischio concreto di un ridimensionamento drastico della forza lavoro».
Ieri mattina centinaia di lavoratori si sono incontrati per confrontarsi e protestare davanti ai cancelli sbarrati dello stabilimento, chiedendo all’azienda l’apertura di una trattativa che possa prima sciogliere i dubbi e poi fornire rassicurazioni - già chieste dalla proclamazione dello stato d’agitazione lo scorso 25 giugno - sulla base di un piano industriale triennale «che tenga conto dei nuovi potenziali progetti. Inoltre - proseguono i sindacati - chiediamo un migliore bilanciamento dei nuovi profili attualmente assegnati e ripartiti tra Battipaglia e Sremska (Serbia), iI ripristino del business intercompany delle mescole attualmente quasi azzerate e li blocco del trasferimento Ducato».
Dell’ennesima vertenza che affonda le radici nell’ormai non più florida zona industriale di Battipaglia sarà investito anche il governo attraverso un’interrogazione che il deputato Pino Bicchielli presenterà al Ministero delle Imprese e del Made in Italy che ebbe un ruolo fondamentale nella risoluzione della vertenza Fos. Un primo confronto informale c’è stato ieri nell’ambito del quale si è accennato alla necessità di tornare al lavoro per evitare il blocco della filiera produttiva. Ma lo sciopero prosegue.