Marta Naddei, l'ultimo regalo:
sì alla donazione delle cornee

Marta Naddei, l'ultimo regalo: sì alla donazione delle cornee
di Carmen Incisivo
Domenica 29 Dicembre 2019, 09:30 - Ultimo agg. 16:04
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Se n'è andata mentre era in sella allo scooter da cui non si separava mai. Libera come solo lei sapeva essere, nel corpo e nello spirito. Mentre tornava a Pastena, in quello che definiva il suo regno. Quell'angolo di mondo che, in fondo, amava alla follia e dove tornava anche dopo essere stata in Corea, il suo secondo posto del cuore, dove era riuscita ad arrivare con tenacia dopo anni di studio della lingua e centinaia di ore di film visti in lingua originale e dove sognava, un giorno, di rimanere a vivere. Marta Naddei - giornalista per molti, amica per chi scrive - se n'è andata nella notte tra venerdì e sabato.

Rincasava dopo una serata trascorsa in centro. Era a bordo del suo motorino - compagno inseparabile di mille avventure - e percorreva lungomare Marconi. Qualcosa, probabilmente una folata di vento o una buca, disturba il suo andamento, perde il controllo del mezzo, lei viene sbalzata via e finisce contro un palo. È una donna ad allertare i volontari del 118, riferisce che c'è una persona sull'asfalto, probabilmente vittima di un incidente. Chi arriva sul luogo dell'incidente non immagina un tale epilogo: il motorino non è affatto distrutto, per terra non ci sono segni di frenata ma quel corpicino esile ha segni evidentissimi. È il buio nel buio della notte, alle 4 in punto Marta è in condizioni gravissime e viene ricoverata nel reparto di rianimazione dell'ospedale Ruggi. Arriva al pronto soccorso in condizioni critiche che rimarranno tali fino alle 15 di ieri pomeriggio. Poi un arresto cardiaco fa il resto, in un attimo la nostra Marta non c'è più. Marta se n'è andata e nessuno ci crede. Marta aveva 33 anni. Ma sapeva averne 60 quando rifletteva sul senso della vita e delle cose e 16 quando prendeva in giro qualcuno con quel sarcasmo che ci mancherà da morire. Marta aveva la testa dura, aveva il suo modo di fare ed interpretare le cose. Aveva anche un cuore enorme, sempre pronta a dare una mano a chi gliela chiedeva, senza guardare l'orario o la testata di appartenenza. Marta amava le t-shirt di gruppi musicali - ne aveva a decine e le esibiva con fierezza precisando «voi non capite niente» - e i guanti con le dita tagliate a metà, prendeva il caffè con due bustine di zucchero ed era l'unica deputata a pagarlo, il caffè. Aveva fatto del suo mestiere la sua ragione di vita: redattrice di Le Cronache e de L'Ora di Cronache, era una giornalista di razza: incredibile fiuto per le notizie, non si fermava davanti a una porta chiusa o a una bocca cucita. Insieme ad Andrea Pellegrino aveva scritto un libro del quale andava fierissima, «Il sistema Salerno - La cupola del potere tra politica e imprenditoria», un lavoro editoriale nel quale aveva creduto dal primo istante profondendo un impegno del quale, alla fine, anche lei stessa si era sorpresa.

Sono decine i colleghi che ieri pomeriggio si sono recati in ospedale sperando in un miracolo, volti rigati dalle lacrime, facce prive di espressioni. Tutti stretti nella speranza che, alla fine, arrivasse una buona notizia. Dopo ore di attesa e lotta strenua, Marta ha mollato, il suo cuore ha ceduto mettendo fine alla sua vita terrena. Il dolore è palpabile: l'ospedale viene letteralmente invaso da coloro che l'hanno conosciuta. Gli abbracci non placano il dolore, la sua famiglia - mamma, papà, un fratello e una sorella - sono inconsolabili. Così come sono inconsolabili tutti gli amici e i colleghi che cercano, invano, un senso a tutto quello che è accaduto. La famiglia di Marta ha dato l'assenso al prelievo delle cornee.

Un ultimo gesto d'amore che permetterà a una parte di lei di vivere in qualcun altro. Qualcuno che, certamente, da domani avrà una vista speciale. Quella di una cronista pura, di una giovane donna straordinaria. I funerali si svolgeranno oggi alle ore 13 presso la chiesa di Santa Margherita. Saluteremo le sue spoglie mortali, lei sicuramente ci guarderà farlo e tratterrà a stento una smorfia. Come a dire, «dai ragazzi, mica mi merito tutto questo». Meritavi di più Marta, ma non c'è stato abbastanza tempo. Ci mancherai.

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