Isis e minacce ai politici: a giudizio «lady Jihad» con la bomba nella borsa

di Nicola Sorrentino
SARNO - Inneggiava all'Isis attraverso Facebook, poi
piazzò una bandiera dello Stato Islamico dinanzi agli uffici
del Giudice di Pace di Sarno riuscendo a scomodare
l'Antiterrorismo. Non solo: nel mentre tappezzava le mura
cittadine di insulti a politici locali e nazionali, con scritte
anche inneggianti alla «jihad» - la guerra santa -
custodiva in casa e qualche volta anche in borsa degli ordigni
artigianali. Ma tra le accuse mossegli ha anche quella di atti
persecutori verso un poliziotto. Dopo mesi d'indagine, la
procura di Nocera Inferiore manda a giudizio Anna Maria Malfettone.
La 45enne risponde di sette capi d'imputazione. La donna
divenne nota perché tappezzò le mura della
città di insulti contro politici, forze dell'ordine e
magistrati. Tra i reati che le vengono addebitati ci sono
istigazione a delinquere, deturpamento di cose, resistenza a
pubblico ufficiale, violenza privata, diffamazione, oltraggio e
stalking. L'attività di polizia giudiziaria e
carabinieri copre un periodo di quasi due anni, da maggio 2016 allo
scorso mese di aprile. Nel fascicolo sono allegate foto di edifici,
scuole e uffici dove la donna riportava commenti offensivi e
minacce esplicite di egual tenore. A denunciarla fu però un
maresciallo dei carabinieri di Sarno, una donna, che più
volte fu seguita, pedinata e minacciata di morte dalla
45enne.
Martedì 10 Luglio 2018, 09:55 - Ultimo aggiornamento: 10-07-2018 10:01
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