Chiesto il processo per sette usurai,
tra le vittime ex allenatore Cavese

Ezio Capuano, ex allenatore della Cavese
Ezio Capuano, ex allenatore della Cavese
di Nicola Sorrentino
Martedì 29 Gennaio 2019, 13:06
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 Allarme usura a Cava de' Tirreni: prima prestavano soldi a persone o imprenditori in difficoltà, poi ne pretendevano la restituzione, con tanto di interessi. E lo facevano minacciando di morte loro, insieme alle famiglie. La Procura Antimafia ha chiesto il processo per sette persone, con le accuse a vario titolo di associazione di stampo mafioso, usura ed estorsione. Tra i nomi ci sono quello del presunto "boss" Dante Zullo e del figlio Vincenzo, coinvolti negli ultimi mesi in almeno tre blitz della procura Dda, imputati insieme ad altri cinque soggetti. Sette i capi d’imputazione: il periodo delle indagini va dal 2006 al 2007. Il 57enne Dante Zullo viene ritenuto a capo di un’organizzazione criminale che avrebbe intimorito e minacciato di morte le sue vittime mentre era sottoposto alla misura di prevenzione di sorveglianza speciale. Una misura applicata dal tribunale nel 1999, poi revocata dieci anni dopo. La prima vittima, un imprenditore, ricevette dal "boss" 15000 euro. Poi restituì mensilmente una somma di quasi 3000 euro, con interessi mensili del 10 per cento. In questo caso, almeno altri due degli indagati avrebbero fatto da tramite per Zullo, raccogliendo parte dei soldi dell’imprenditore.

Ma quando gli furono chieste ulteriori somme di denaro, questi rifiutò, spingendo Zullo a minacciarlo esplicitamente: «Datti da fare per portarmi i soldi altrimenti con me ti piglierai collera, stai attento alla tua famiglia perché gli potrebbe accadere qualcosa di male». Queste le parole verbalizzate dall'Antimafia, ora parte integrante dei capi d'imputazione. Quando la vittima provò a spiegarsi, dicendo di aver già restituito l'intera somma con gli interessi, l'uomo si spazientì: «Te lo giuro sulla tomba di mia madre, vengo da te e ti faccio vedere che ti combino».

Tra le vittime ci sarebbe stato anche l’ex allenatore della Cavese, Ezio Capuano. In questo caso, la Dda riferisce di un presunto prestito di 30 mila euro risalente al 2006, con interessi mensili da 1000 invece. Anche in questo caso, Zullo avrebbe avvicinato un amico della vittima per avere i soldi in tempo: «Stai a sentire se quello vuole fare una cosa buona me li porta proprio ora, si era detto anche la fine del mese, me li deve dare hai capito o no. Io gli ho fatto un piacere non gli ho dato un dispiacere». Per gli altri indagati sono stati ricostruiti ulteriori episodi di usura, tra le zone di Capaccio e Pontecagnano. Anche in questo caso, le vittime venivano minacciate se tardavano nei pagamenti. 
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