Da Udine con la speranza di trovare lavoro, ma una volta a Cava, sarebbe stata minacciata e poi molestata sessualmente da chi quel lavoro glielo aveva promesso. Ieri mattina, il tribunale di Nocera Inferiore ha chiuso in primo grado il processo nei riguardi di un 48enne di Sarno, imprenditore, condannato a 3 anni e 4 mesi di carcere per violenza sessuale. All’epoca, la vittima aveva 19 anni. Era il mese di dicembre del 2013, i fatti si sarebbero consumati all’interno dell’appartamento dell’imputato, a Cava de’ Tirreni.
La difesa, rappresentata dal legale Anna Paciullo, aveva chiesto l’assoluzione, a dispetto dei 7 anni dell’accusa, in ragione di una serie di incongruenze e contraddizioni emerse dalle indagini e dal racconto, in aula, della vittima.
L’avvocato dell’imputato ha sottolineato la stranezza di una concessione di un alloggio aziendale ad una ragazza che avrebbe svolto il semplice ruolo di segretaria. Inoltre, la giovane spiegò di aver avuto i vestiti strappati e graffi alla gola, quando fuggì. Nulla di questo fu riscontrato dagli inquirenti, ad eccezione dei graffi, comparsi su alcune fotografie qualche giorno dopo. La giovane ha ammesso ai giudici di non ricordare se avesse preso o meno un passaggio da un uomo, mentre fuggiva. E non confermando, se non dopo diverse domande, di essere stata minacciata con un paio di forbici. Inoltre, le indagini non dimostrarono se l’imputato si trovasse o meno a Cava de’ Tirreni, ritenendo insufficiente come elemento di prova la sola testimonianza della ragazza. Non escludendo che l’incontro tra i due potrebbe anche non essere mai avvenuto. Il tribunale ha ritenuto l’uomo colpevole. La difesa ha già preannunciato appello.