Omicidio a Pastena, trent'anni al killer:
«D'Onofrio ucciso per un debito»

Omicidio a Pastena, trent'anni al killer: «D'Onofrio ucciso per un debito»
di Viviana De Vita
Mercoledì 20 Maggio 2020, 06:00 - Ultimo agg. 09:21
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Il pubblico ministero aveva chiesto l’ergastolo per Eugenio Siniscalchi, il 28enne di San Mango Piemonte accusato dell’omicidio di Ciro D’Onofrio, il 35enne salernitano freddato il 30 luglio 2017 in via Kennedy a Pastena. Il gup Alfonso Scermino, all’esito del rito abbreviato, lo ha invece condannato a 30 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici confermando anche l’aggravante della premeditazione. La sentenza è arrivata nel primo pomeriggio di ieri quando, all’esito della camera di consiglio, il gup nell’aula 17 della cittadella giudiziaria, ha letto il dispositivo. L’imputato, assistito dagli avvocati Silverio Sica e Rosario Fiore, è stato condannato anche a una provvisionale a favore dei familiari della vittima – moglie e figli – rappresentati dagli avvocati Domenico Fasano, Anna Sassano e Stefania Villani e al risarcimento dei danni da stabilirsi in sede civile.

È calato così il sipario, a tre anni di distanza dall’efferato delitto, su un omicidio maturato nell’ambito degli scontri legati allo spaccio di stupefacenti. Secondo la tesi della Procura l’imputato, che agì insieme al fratello all’epoca minorenne, aveva maturato un credito con la vittima, una grossa somma di denaro che D’Onofrio non riusciva a versare. Il delitto andò in scena la sera del 30 luglio 2017 quando i fratelli Siniscalchi, a bordo di uno scooter, raggiunsero D’Onofrio in via Kennedy a Pastena, a ridosso del quartiere Italia. Erano le 21,45 quando lo scooter si fermò davanti al chioschetto di via Kennedy. Secondo la tesi investigativa confermata ieri dal Gup, i fratelli Siniscalchi, con il volto travisato dal casco, si avvicinarono alla vittima con la quale scambiarono poche battute. 
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