Ecco come era Polla nel 1797: il quadro fu dipinto da Jakob Phillip Hackert

Un olio su tela di grande dimensione dello straordinario vedutista di origine tedesca

Il quadro di Polla del 1797
Il quadro di Polla del 1797
di Pasquale Sorrentino
Lunedì 1 Maggio 2023, 18:27
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Lo studioso e appassionato d’arte, l'architetto Costabile Cerone svela l’esistenza di un’opera d’arte che mostra come era Polla nel 1797.

«Una testimonianza storica di grande interesse per il Vallo di Diano». Si tratta della prima descrizione di un inedito dipinto. Un olio su tela di grande dimensione (136 x 98 cm) dello straordinario vedutista di origine tedesca Jakob Phillip Hackert, amato e fidato pittore del re Ferdinando IV di Borbone, amico dell’architetto Luigi Vanvitelli e del poeta Johann Wolfgang von Goethe che lo nominerà nel suo “Viaggio in Italia” dedicandogli nel 1811 una biografia, la principale fonte di informazioni sulla vita dell’artista.

«Il dipinto, realizzato nel 1797, quasi certamente - scrive lo studioso - fu commissionato dalla corte borbonica per testimoniare lo stato dei luoghi a conclusione di alcuni lavori di bonifica del Vallo, ed in particolare l’eliminazione di una palude formatasi a valle del paese con la rimozione di un’ansa del fiume Tanagro e la realizzazione di un alveo rettilineo tra Ponte Pollio e l’imbocco del fossato del Maltempo, il cui fondo fu abbassato di otto palmi per consentire un migliore deflusso delle acque.

Indicativa è l’iscrizione sulla pietra in basso a sinistra del dipinto: “Veduta della Valle di Diano presa da vicino la Polla col canale, che sua M. Re Ferdinando IV fece fare, per rendere i terreni fertili e l’aria salubre. Filippo Hackert dipinse 1797».

Un'opera d'arte ma anche documento storico unico e meraviglioso. 

«Il dipinto assume innanzitutto un importante valore di documento storico in quanto è una rara veduta di Polla prima che venisse distrutta dal terremoto del 16 dicembre 1857, uno dei più distruttivi della storia sismica italiana, devastando una vasta area della Basilicata e una parte della Campania. L’orografia e la topografia dei luoghi illustrati nel dipinto sono perfetti: si osserva il paese raggruppato su di una piccola altura a nord del Vallo di Diano, una vallata racchiusa ad oriente dai monti dell’Appennino Lucano (a sinistra) e a occidente dalle montagne del Cilento, con il massiccio calcareo del Cervati (a destra), tagliata in due dal fiume Tanagro. A seguire, sulla destra, si distinguono i piccoli centri abitati di Sant’Arsenio, San Pietro al Tanagro e il colle su cui sorge Teggiano, l’antico Diano, preceduto dalla vallata del Corticato verso la catena del Motola. Sullo sfondo le alture della Lucania che chiudono a meridione l’intera vallata, con i versanti della Maddalena sulla sinistra, segnati su di un colle da Atena Lucana. Entrando in dettaglio, nel centro abitato di Polla si riconosce la chiesa di San Nicola dei Latini dalle sobrie linee rinascimentali posizionata al di sopra di Palazzo del Bagno o villa Wandisa recentemente restaurata, il alto la mole del castello con la chiesa di Santa Maria dei Greci e della S.S. Trinità; monumenti che nel 1857 subirono notevoli danni strutturali con il totale crollo dei campanili.

A valle del paese è ben rappresentato il ponte a cinque arcate in muratura di origine romana, detto Ponte Polvio, con le caratteristiche “lavandaie”, e il Borgo San Rocco, al centro del dipinto. Il ponte prende il nome dall’ingegnere idraulico Carlo Pollio incaricato da Ferdinando II di Borbone per i lavori di bonifica del Vallo e che provvide ad un consolidamento e allargamento dell’antico manufatto romano posizionato su di un percorso secondario (ramulus) della strada consiliare che da Capua raggiungeva Reggio, nota come via Popilia o via Annia. Non passa inosservata la piccola costruzione sulla sinistra orografica del fiume, a destra del dipinto, una chiusa realizzata sul vallone Cliva, oggi non più esistente ma ben documentata dal fotografo francese Alphonse Bernoud per illustrare il monumentale lavoro sul terremoto del 1857 dell’ingegnere e sismologo inglese Robert Mallet, la prima campagna fotografica di un terremoto mai realizzata al mondo. In primo piano le immancabili figure che animano le vedute dell’artista: capre, mucche e una coppia di pastori con un cane che sottolineano la piacevolezza di un bucolico paesaggio».

Il dipinto, apparso per la prima volta in Austria negli anni Trenta del Novecento, fu acquistato all’asta a Vienna nel 1943 da una galleria d’arte di Monaco di Baviera per il “Sonderauftrag Linz”, un’organizzazione istituita da Adolf Hitler incaricata di raccogliere opere d’arte per il “Führermuseum” a Linz, sul Danubio, mediante confisca e acquisto, e distribuire le opere saccheggiate dai nazisti ai musei del Grande Reich tedesco. Oggi il dipinto è parte del patrimonio di opere d’arte della Repubblica federale di Germania (Kunstbesitz der Bundesrepublik Deutschland) rappresentata dall’Amministrazione federale delle arti, che aderendo alla dichiarazione di Washington del 3 dicembre 1998 (Washington Principles on Nazi-Confiscated Art) si assume la responsabilità di restituzione dei beni confiscati alle persone perseguitate dal regime nazista.

Attualmente l’opera, inquadrata da una cornice lignea decorata e dorata, è conservata al Castello di Wernigerode (Schloss Wernigerode), sulle montagne dell’Harz in Sassonia, il primo centro museale tedesco per l’arte e la storia culturale del XIX secolo”.

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