È stato un gesto premeditato. Una vera esecuzione. Ne sono convinti gli amici delle due vittime della furia omicida del 72enne Francesco Iacovazzo che all’alba di martedì ha sparato al 58enne porticese Rosario Montone e al 48enne salernitano Carmine De Luca all’interno del mercato ittico.
In particolare Fabrizio Marotta, amico fraterno di De Luca, non si dà pace: «erano anni che li minacciava e purtroppo non abbiamo dato peso alle sue parole. Martedì mattina non ci sono stati litigi, a quanto mi risulta non si erano proprio parlati: è andato al mercato ha acquistato regolarmente il pesce ed è andato via insieme ad un suo operaio, dopo è ritornato da solo presso la struttura ed ha sparato a Rosario e Carmine che riteneva responsabili del suo allontanamento dall’azienda Euro Fish. I motivi di astio non erano per fatti personali, ma per cause lavorative in quanto erano diventati una sorta di capro espiatorio contro l’azienda. Certo è che nessuno si aspettava che Iacovazzo potesse arrivare a tanto. Ma una cosa, a mio avviso, deve essere chiara che è stata un’esecuzione premeditata»
Sulla vicende interviene anche l’avvocato di Montone, Giovanni Annunziata: «il mio assistito si conosceva con Iacovazzo perchè era il responsabile della sicurezza». Intanto ieri mattina sono state effettuate le autopsie sui corpi delle due vittime dal medico legale Marina D’Aniello, incaricata dal pm Gianpaolo Nuzzo della procura salernitana, alla presenza anche del tecnico Marco Zaccaria e dei consulenti di parte: il dottor Giovanni Zotti, nominato dagli avvocati Massimo ed Emiliano Torre che rappresentano i familiari di De Luca; del dottor Antonio Mirabella incaricato dalla famiglia di Montone (rappresentati dall’avvocato Giovanni Annunziata) e presente anche Luigi Mastrangelo, il medico legale nominato dall’avvocato Antonio Boffa che difende Iacovazzo.
L’autopsia ha confermato il decesso immediato del 58enne Montone, colpito a distanza ravvicinata, all’altezza del cuore e polmone mentre sul salernitano De Luca sono state riscontrate lesioni ad organi interni vitali dopo essere stato colpito all’altezza dell’emitorace sinistro mentre stava scappando. Quest’ultimo, infatti, è deceduto appena giunto in ospedale per sanguinamento, circostanza che ha spinto la famiglia di De Luca a chiedere verifiche sui tempi dei soccorsi, anche se da una primissima disamina – a prescindere dalla tempestività dell’intervento dei sanitari e che comunque è tema di verifiche – parrebbe che le lesioni fossero molto gravi.
Terminate le autopsie, che sono durate alcune ore, le salme delle due vittime sono state restituite alle famiglie: i funerali di Carmine De Luca si svolgeranno domani alle 10 nella chiesa di San Giuseppe Lavoratore. Intanto davanti la pescheria “La Paranza” gestita da De Luca, i residenti della zona e i tanti amici e conoscenti hanno continuato a lasciare fiori e bigliettini oltre ad una miriade di manifesti, tra cui quello della Lega navale-sezione di Salerno di cui De Luca era socio oltre che amico.
Il 72enne è in carcere da martedì, quando subito dopo aver commesso il duplice omicidio - braccato da polizia e carabinieri giunti sul posto subito dopo il fatto - si è presentato spontaneamente presso il comando provinciale dell’Arma a Mercatello, consegnando la pistola (una 7,65 legalmente detenuta, anche se il 72enne era privo di porto d’armi) con cui aveva messo a segno il duplice omicidio. L’indagato ha raccontato di vecchi rancori e forti attriti con i suoi due ex colleghi della ditta Euro Fish di Napoli dove alcuni anni prima lavorava anche lui, ritenendo Rosario Montone e Carmine De Luca «colpevoli» dal suo allontanamento dalla società, sebbene sull’episodio siano ancora in corso le indagini.