Spopolano sui sociale le poesie in lumbard di Umberto Bossi, fatte di impegno sociale, ambiente e amore. E, ovviamente, tanta Padania. Nel periodo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta (quando la Lega lombarda iniziava a prendere forma), il futuro leader del Carroccio metteva in versi riflessioni, pensieri, paure. Testi che sono rimasti a lungo custoditi in qualche cassetto e che adesso girano via Internet, con relativa traduzione, necessaria per chi è nato sotto il Po. Una vena, quella artistica del Senatur, che non deve stupire più di tanto: è noto che negli anni '60, Bossi era stato un cantautore con il nome d'arte di Donato.
Testi d'amore, impegno e vita personale
In Tera (Terra) - qui riporteremo le poesie già tradotte - Bossi mischia immagini tipicamente padane («Ho visto le sirene / Degli stabilimenti / Diventare siringhe») con altre legate al suo quotidiano: «E i seni delle ragazze / diventare mazzi di tumori» (un dramma personale o forse un ricordo di quando il futuro Senatur era uno studente di medicina). Ed è presente anche una vena anticapitalista (a lungo si discusse agli inizi se la Lega Nord fosse di destra o di sinistra) che non sarebbe stata apprezzata dal suo futuro alleato di governo, Silvio Berlusconi: «Domani vado a casa e appena posso / Vado in stabilimento a licenziarmi», con relativi attacchi ai «padroni», in Duman Vo Ca’, domani vado a casa.
Il Bossi degli inizi
I versi, come detto, risalgono al periodo tra gli anni Settanta e Ottanta. Nel 1979, Bossi, allora un attempato (avendo già 38 anni) studente di medicina originario di Cassano Magnago con simpatie a sinistra - passato anche dal Partito Comunista - vide su un tazebao un avviso dell'Union Valdôtaine, il movimento autonomista valdostano. In seguito ne conobbe il leader Bruno Salvadori e ne sposò la causa autonomista o forse secessionista. Da lì nacquero i prodromi di quella che sarebbe diventata la Lega Nord, che esplose sull'onda di indignazione di Mani Pulite e dellle inchieste del pool. Nel 1993 arrivò l'elezione a sindaco di Milano di Marco Formentini, mentre l'anno successivo lo sbarco al governo con Berlusconi e Gianfranco Fini: un'esperienza conclusa nel dicembre 1994 quando, dopo numerose tensioni con il Cavaliere, Bossi decise di uscire dalla maggioranza.
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