Umberto Bossi poeta, sui suoi social arriva la sua raccolta di versi

Nei testi, scritti in dialetto lombardo prima di fondare la Lega, si parla soprattutto di impegno sociale, donne e viene fuori un'inedita anima "ecologista"

Umberto Bossi poeta, sui sui social arriva la sua raccolta di versi
Umberto Bossi poeta, sui sui social arriva la sua raccolta di versi
di Luca Pulejo
Lunedì 19 Giugno 2023, 17:44 - Ultimo agg. 23:45
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Spopolano sui sociale le poesie in lumbard di Umberto Bossi, fatte di impegno sociale, ambiente e amore. E, ovviamente, tanta Padania. Nel periodo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta (quando la Lega lombarda iniziava a prendere forma), il futuro leader del Carroccio metteva in versi riflessioni, pensieri, paure. Testi che sono rimasti a lungo custoditi in qualche cassetto e che adesso girano via Internet, con relativa traduzione, necessaria per chi è nato sotto il Po. Una vena, quella artistica del Senatur, che non deve stupire più di tanto: è noto che negli anni '60, Bossi era stato un cantautore con il nome d'arte di Donato. 

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Testi d'amore, impegno e vita personale

In Tera (Terra) - qui riporteremo le poesie già tradotte - Bossi mischia immagini tipicamente padane («Ho visto le sirene / Degli stabilimenti / Diventare siringhe») con altre legate al suo quotidiano: «E i seni delle ragazze / diventare mazzi di tumori» (un dramma personale o forse un ricordo di quando il futuro Senatur era uno studente di medicina). Ed è presente anche una vena anticapitalista (a lungo si discusse agli inizi se la Lega Nord fosse di destra o di sinistra) che non sarebbe stata apprezzata dal suo futuro alleato di governo, Silvio Berlusconi: «Domani vado a casa e appena posso / Vado in stabilimento a licenziarmi», con relativi attacchi ai «padroni», in Duman Vo Ca’, domani vado a casa.

Un legame, quello con la Padania, che sfocia anche in un'anima ecologista («Hanno ucciso il lago / La nostra acqua»).

Il Bossi degli inizi

I versi, come detto, risalgono al periodo tra gli anni Settanta e Ottanta. Nel 1979, Bossi, allora un attempato (avendo già 38 anni) studente di medicina originario di Cassano Magnago con simpatie a sinistra - passato anche dal Partito Comunista - vide su un tazebao un avviso dell'Union Valdôtaine, il movimento autonomista valdostano. In seguito ne conobbe il leader Bruno Salvadori e ne sposò la causa autonomista o forse secessionista. Da lì nacquero i prodromi di quella che sarebbe diventata la Lega Nord, che esplose sull'onda di indignazione di Mani Pulite e dellle inchieste del pool. Nel 1993 arrivò l'elezione a sindaco di Milano di Marco Formentini, mentre l'anno successivo lo sbarco al governo con Berlusconi e Gianfranco Fini: un'esperienza conclusa nel dicembre 1994 quando, dopo numerose tensioni con il Cavaliere, Bossi decise di uscire dalla maggioranza. 

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