Vasco Rossi, populisti e social nel mirino del Komandante : ecco il nuovo disco «Siamo qui»

Vasco Rossi, populisti e social nel mirino del Komandante : ecco il nuovo disco «Siamo qui»
di Federico Vacalebre
Venerdì 12 Novembre 2021, 10:10 - Ultimo agg. 16:53
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inviato a Milano

Il nuovo album di Vasco Rossi, «Siamo qui», in uscita oggi, canzone per canzone. Secondo il Komandante, e secondo noi.

«XI comandamento»
«Conviene arrendersi all'evidenza, conviene accorgersi della distanza, non puoi discuterci con l'ignoranza». Chitarre rock, ma anche fiati brillanti, contro il popolo populista.
Vasco dixit: «Inizio così perché sento nell'aria questa enorme valanga di ignoranza che sta arrivando. È la mia visione, molto ironica: dai nuovi governanti che si annunciano all'orizzonte sull'onda di estremismi e fake news non ci aspettiamo solo delle nuove leggi speciali, ma addirittura un vero e proprio undicesimo comandamento». Salvini e Meloni non hanno gradito.

«L'amore l'amore».
Uno dei pezzi più divertenti del disco, più spaesati, più convincenti. «Tu con me, lui con te. Lei che l'ama fino in fondo, ma lui non c'è. Sta con te. Lei con lei. Lui con lui...». Nella società liquida la sessualità è fluida. Il vecchio dongiovanni sembra placato, ma non per questo rinuncia a dire da che parte sta e fornisce il miglior inno possibile al popolo non populista che voleva vedere trasformato in legge il ddl Zan: «L'amore, l'amore, l'amore si fa con le mani, si fa con il cuore, si fa come si vuole!». Salvini e Meloni faranno finta di pensare che parli d'altro.
Vasco dixit: «Mi sono divertito a raccontare come sono i rapporti di oggi, fluidi, diciamo. Io sono completamente aperto, ognuno può fare quello che vuole, basta che ci sia amore».

«Siamo qui».
Una ballata, che torna anche in versione acustica. Una canzone al plurale, collettiva, da inno intergenerazionale, quasi a continuare il discorso di «Siamo solo noi» e «Siamo soli».
Vasco dixit: «Il singolo che dà il titolo al disco: Siamo qui pieni di guai, spiego, ma l'ho scritto prima della pandemia, parlo dei guai della condizione umana.

Attorno a questo brano ho costruito l'album».

«La pioggia alla domenica».
Il pezzo più pop - c'è il tocco di Celso Valli - del disco per aggiornare il discorso di «Domenica lunatica», che pure parlava di ipocrisia, e di noia, e di rapporti di coppia.
Vasco dixit: «Una fotografia di una giornata che va storta, come un Natale che non nevica, non c'è nemmeno la tv a salvare i due protagonisti. Ma la canzone è molto divertente».

«Tu ce l'hai con me».
Perdete ogni speranza, o voi che entrate (nei social). Qui il rock si fa più duro e cattivo: «È meglio perdersi da subito... Non sai nemmeno cosa fai, davvero... Sai che cosa? Tu ce l'hai con me». Le chitarre ruggiscono, Vince Pastano aveva iniziato a scrivere il pezzo con Guido Elmi, e si sente.
Vasco dixit: «Un rockettone in cui mi è venuto da raccontare quel che sento quando entro nei social, dove ci si offende l'uno con l'altro».

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«Un respiro in più».
«Quando avrai constatato che esistere è soltanto un respiro in più sarai pronto a morire per vivere, finalmente come vuoi tu»: i fiati provano a sdrammatizzare la ballad filosofica.
Vasco dixit: «Mi sono accorto che stiamo più tempo senza respirare, in pausa, che respirando. Forse devi morire in questa vita per risorgere. Io l'ho già fatto, sono morto e poi risorto. E non voglio farlo più».

«Ho ritrovato te».
Ancora una ballad, con coretto che fa molto anni Settanta, come l'assolo di chitarra canaglia.
Vasco dixit: «La canzone dell'amore ritrovato: mi sono accorto di aver litigato con la vita, con tutti, persino con me, di non aver cambiato il mondo, ma, almeno, di aver ritrovato la persona cara».

«Prendiamo il volo».
Nel blu dipinto di blu: l'inizio è in souplesse, poi il suono si irrobustisce, si fa epico. Il sogno è più freudiano che modugnano, il pezzo tra i meno riusciti del disco.
Vasco dixit: «È la prima canzone mistica che ho scritto. Da Los Angeles come da Zocca si vede il cielo blu: cado nel blu, credo nel blu. Anche se tutta una bugia».

«Patto con riscatto».
«Abbiamo fatto un patto, io e te. Un patto con riscatto, se non va bene, niente di che, quel che è fatto è fatto». Meglio Rossi che morti, meglio adulti, persino anziani, che eterni bambini: la canzone dell'accettazione di una maturità fatta di responsabilità. Che non vuol dire nascere incendiari e morire pompieri. Ma nemmeno nascere ribelli senza pausa e finire ribelli senza causa.
Vasco dixit: «Una moglie, una compagna, ma anche un marito, un compagno, non sono una macchina, che quando non ti piace più, non performa più, la cambi con un modello nuovo. Non puoi innamorarti ogni giorno, oddio, l'abbiamo fatto, ma quando fai un figlio hai l'obbligo di fargli vivere almeno vent'anni con mamma e papà».

«Una canzone d'amore buttata via».
Power rock di chiusura, e primo singolo scelto per lanciare «Siamo qui», l'1 gennaio di quest'anno.
Vasco dixit: «Per tenere insieme una coppia a volte serve chiudere gli occhi, per farla durare a lungo bisogna chiuderli qualche volta di più.
Insomma, un disco rock ma non troppo, duro ma non troppo, di transizione, con più conferme che novità, compresi coautori come Tullio Ferro, Roberto Casini e Andrea Righi della Steve Rogers Band, Gaetano Curreri. Con un pugno di canzoni pronte per il tour dei record al via il 20 maggio 2022 da Trento: ai tutto esaurito registrati già dal 2019 sta per aggiungersi anche quello del 7 giugno allo stadio Maradona di Napoli (44.000 persone).
Vasco dixit: «Un album classic rock. Pura dinamite destinata al fronte del palco».

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