Un nuovo romanzo in uscita a giugno sulla tragedia di Vermicino; la sesta serie di “Un passo dal cielo” nei panni del vice questore aggiunto Vincenzo Nappi; il sogno di tornare a lavorare con Nanni Moretti (con cui ha recitato in “Habemus Papam” e “Mia madre”) e l’immagine di «sex symbol» che gli hanno attribuito i fan del dottor Bruno Modo, fedele amico del commissario Ricciardi, un’etichetta di cui lui stesso sorride ironico: «evidentemente è il segno che i riscontri del pubblico sono positivi». Intervistare Enrico Ianniello - casertano formatosi alla Bottega teatrale di Firenze di Vittorio Gassman - sul personaggio che interpreta nella fiction record di ascolti di Rai 1 con la regia di Alessandro D’Alatri, ha più il sapore di un viaggio a ritroso nel mondo del teatro, quello della sperimentazione. Lo spunto nasce da una vecchia foto pubblicata sul suo profilo Facebook, in cui l’attore appare insieme ad altri colleghi altrettanto bravi e famosi tra cui Toni Servillo, Andrea Renzi, Tony Laudadio e Iaia Forte: «Risale al 1995 - spiega - e ritrae il cast del “Misantropo” di Molière (in cui lui aveva il ruolo di Clitandro, ndr), una produzione di Teatri Uniti dove Servillo (interprete e regista) cominciava ad affacciarsi ai classici».
Ma qual è il punto di forza del personaggio impersonato da Ianniello e nato dalla penna di Maurizio de Giovanni? «L’invenzione è sua - sottolinea - e gliene va dato atto.
Intanto tra pochi mesi Ianniello tornerà ad un’altra delle sue passioni, la scrittura: dopo il romanzo d’esordio “La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin” nel 2015, con cui ha ottenuto il Premio Campiello e “La compagnia delle illusioni” nel 2019, entrambi editi da Feltrinelli, con la stessa casa editrice è in arrivo un romanzo sul caso del piccolo Alfredo Rampi, scomparso a soli 6 anni il 13 giugno 1981 dopo essere rimasto intrappolato in un pozzo per 3 giorni: «a 40 anni dai fatti ho cercato di capovolgere il modo di raccontare la tragedia di Vermicino, per chiedermi e chiederci dove sia finita la nostra capacità di innocenza, quell’Alfredino che è rimasto in ognuno di noi». E tra i progetti futuri, oltre alla nuova serie di “Un passo dal cielo” con Terence Hill e la regia di Enrico Oldoini che andrà in onda ai primi di aprile e un film coreano girato in Marocco, la cui uscita nelle sale è slittata a causa del Covid, c’è un desiderio: «da giovane avevo due sogni, lavorare con Servillo e Moretti, ho esaudito entrambi, ma non disdegnerei di tornare sul set soprattutto con l’ultimo». Parola di “uno splendido cinquantenne”, come direbbero i fan del dottore Modo.