«Maradona - Sogno benedetto», le prime foto dal set della nuova serie tv di Amazon Original

«Maradona - Sogno benedetto», le prime foto dal set della nuova serie tv di Amazon Original
di Luciano Giannini
Sabato 24 Luglio 2021, 09:00 - Ultimo agg. 25 Luglio, 10:37
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«Non ti piace se dico la verità? È una questione di rispetto. Se sei un giornalista serio, io ti dico cose serie. Se sei un giornalista stronzo, io ti dico stronzate». Primavera del 2019: nel fossato che circonda l'allora stadio San Paolo si gira una delle scene napoletane di «Maradona - Sogno benedetto», serie biografica di Amazon Original, che ripercorre la storia del Pibe, rievocando momenti chiave della sua vita. Entro la fine dell'anno la fiction sarà distribuita su Amazon prime video in 240 nazioni.

In quella visita sul set di due anni fa Diego si rivolgeva a un reporter della «Domenica sportiva» Rai, al termine di una partita del Napoli; e nessuno immaginava che cosa sarebbe accaduto da lì a poco. Oggi, nel secondo anno della pandemia, e a otto mesi dalla morte del divino, la produzione è ripresa e se ne può scrivere. Con location in Argentina, Uruguay, Spagna, Italia e Messico «Maradona - Sogno benedetto», in 10 episodi di un'ora ciascuno, ripercorre sfide, trionfi e drammi del dio mancino. Nel cast, molto numeroso, attori argentini affiancano quelli italiani nel dar vita ai personaggi cruciali che affollarono la sua parabola terrena. Per rappresentarla nel tempo, Maradona è stato impersonato da tre interpreti: Nicolás Goldschmidt, Nazareno Casero (a Napoli) e Juan Palomino. Al loro fianco, Julieta Cardinali è Claudia Villafañe; Tea Falco è Cristiana Sinagra; Giovanni Esposito, l'allora presidente del Napoli Corrado Ferlaino, artefice dell'arrivo del Pibe all'ombra del Vesuvio. Nel cast figurano anche Tommaso Ragno, Massimiliano Rossi e Gianfranco Gallo. 

Il regista scelto per dirigere la parte italiana della storia è un napoletano-tifoso come Edoardo De Angelis: «Ho fatto anch'io parte di quel frammento di Storia.

Negli episodi che mi hanno assegnato, ho cercato non di riprendere semplicemente delle scene, ma di ricreare le emozioni generate da Diego, tenendo presente l'evidenza della dimensione irrazionale, dionisiaca, in cui fu risucchiato all'ombra del Vesuvio». Che cosa pensa di lui? «È un errore considerarlo soltanto un calciatore. Napoli non crede in niente se non nei miracoli. Di fronte a una realtà che è o triste oppure falsa, soltanto i miracoli sono veri e belli da vivere. Maradona ha incarnato uno di quei miracoli, la possibilità, per un'intera città, di realizzare un sogno. Perciò, trascende sport, vizi, letture politiche, la quotidianità stessa».

Con queste premesse, «la fiction mostrerà anche risvolti e fatti mai proposti da giornali e tv, e punti di vista inediti di aspetti già noti». Tra le location partenopee, ci sono lo stadio, il Pallonetto, il Lido Club 21, la sua casa di via Scipione Capece. 

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Ed eccolo il Maradona delle scene napoletane, Nazareno Casero, che sfoggia innanzitutto l'orgoglio di patria: «È giusto che sia un attore argentino a dargli carne e anima. Perciò, sento particolarmente la responsabilità del ruolo. Diego è un personaggio mitologico, difficile restare indifferenti. Per mesi ho letto e visto tantissimo materiale, studiato la voce, la postura, gesti e movimenti, provando, ripetendo, provando ancora... e giocando al calcio. Sono un destro, ma so usare anche il sinistro. Per quasi un anno mi sono allenato con un trainer personale». L'obiettivo più difficile? «Essere credibile senza rischiare l'imitazione». Per Casero, «Maradona aveva in sé qualcosa di imperscrutabile. Napoli lo accolse come un dio umano. Insieme crearono una sorta di trance mistica. E lui ripagò la santità acquisita rendendo possibile ciò che fino allora non lo era. Non solo! Diego fece suo il riscatto della città, lottando contro il razzismo del Nord».

Per Julieta Cardinali, che la interpreta, «Claudia Villafane fu il vero amore della sua vita. È difficile che una donna accetti le tante scappatelle del suo uomo, i figli non suoi, la lontananza, gli eccessi... ma lei scelse di guardare dall'altra parte, perché lo amava. Non si perdona a nessuno ciò che è stato perdonato a Diego. Perciò, evito di giudicare». Anche Tea Falco non giudica Cristiana Sinagra, passione napoletano del dio mancino: «Quando recito, mi limito a dar vita al personaggio. Ma intuisco che la Sinagra amò Diego più che Maradona. E mostrò coraggio lottando contro i pregiudizi di un ambiente sessista e moralista, contro gli abusi subiti, rivendicando non soldi ma, soprattutto, che suo figlio fosse legittimato. Eppure, ancora oggi è vista come un'approfittatrice». Quanto alla serie, «intriga perché fa luce sul fanatismo. Diego è come San Gennaro!». 

 

La sagoma segaligna di Giovanni Esposito incarna sul set l'artefice dell'operazione Maradona a Napoli, il presidente Ferlaino: «Personalità controversa. Io l'ho sempre visto come un idolo che dette corpo al nostro sogno di tifosi. Mi colpiva la sua figura così improbabile... il fatto che non avesse il physique du rôle del presidente. Non era un De Laurentiis o un Berlusconi eppure, con pazienza certosina, tra mille difficoltà, che la fiction racconta, come incastrando uno dopo l'altro i mattoncini della Lego, uscì vittorioso, facendo discendere dio dai cieli del paradiso calcistico fin dentro la materia oscura e ardente della città». 

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