Casillas si sfila i guanti, l'addio del portiere capace di oscurare il mito di Zamora

Casillas si sfila i guanti, l'addio del portiere capace di oscurare il mito di Zamora
di Romolo Buffoni
Martedì 4 Agosto 2020, 19:06
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«Respeto por Italia». Ad urlarlo ai suoi non è stato un deputato spagnolo del Parlamento europeo in vena di difendere i nostri diritti, minacciati dal rigore dei paesi frugali. Lo chiese Iker Casillas ai suoi compagni di nazionale, che rischiavano di infierire sugli azzurri nella finale dell'Europeo 2012. Era la Spagna di Vicente Del Bosque capace di vincere tutto, anche il Mondiale che le Furie Rosse non avevano mai nemmeno sfiorato. Uno squadrone formato da Sergio Ramos, Piqué, Iniesta, Xavi, Fabregas, che in porta aveva lui: Casillas, saracinesca del Real Madrid. Travolse 4-0 l'Italia di Prandelli.
Oggi che a 39 anni ha detto addio al calcio, con una lunga e struggente lettera sui social, ci viene in mente il lato umano del giocatore assolutamente all'altezza delle sue parate. E non solo per il fair play dimostrato quel giorno con la nostra nazionale. Ragazzo misurato, mai sopra le righe. Sembrò discreto anche il bacio in diretta rifilato a Sara Carbonero, giornalista che lo stava intervistando subito dopo il trionfo al Mondiale di Sudafrica 2010 e che già amava, ufficializzando così nel momento sportivo più alto della sua vita anche l'amore della sua vita. Si chiama "classe", che unita al talento naturale fanno di un atleta un simbolo.
In Spagna nei racconti mitologici del calcio che fu, tra i pali si piazza da sempre Ricardo Zamora, portiere di Barcellona, Espanyol, Real Madrid e Nazionale, leggenda degli anni Venti grazie all'argento Olimpico conquistato ai Giochi di Anversa di cento anni fa e a partite epiche come il rigore parato al brasiliano Leonidas nel 3-1 al Brasile durante Italia '34 o il 4-3 del '29 all'Inghilterra in cui rimase in campo con lo sterno rotto. Difficile scalzare i miti del passato, ma il palmarées di Casillas è in grado di spazzare via quello di Zamora: 510 partite col Real, con 5 campionati, 4 Supercoppe di Spagna, 2 Coppe di Spagna, 3 Champions League, 2 Supercoppe europee, una Coppa Intercontinentale, un mondiale per club; poi nei 5 anni al Porto due campionati portoghesi, una Supercoppa di Portogallo e una Coppa di Portogallo. Infine in Nazionale: gli Europei del 2008 e del 2012 e il Mondiale del 2010.
In quanto a restare in campo dopo un serio infortunio, beh non c'è partita. Casillas il 1° maggio dello scorso anno fu colto da un infarto acuto al miocardio: carriera finita? Nemmeno per sogno. Non sarebbe stato degno mollare dal letto di un ospedale. Non sarebbe stato da Casillas, il portiere spagnolo più grande di sempre a cui ha reso omaggio Gigi Buffon che ancora resiste: «Dicono che la competizione ci renda migliori degli altri, ma non perfetti con noi stessi. Forse è proprio questa futile ricerca della perfezione che ci rende ciò che siamo ora. Grazie Iker, senza di te tutto avrebbe avuto meno senso», il messaggio social del portiere bianconero.
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