HELSINKI. Pochi giri di parole. Domani sera la Roma deve vincere. Inutile mettersi a fare calcoli su possibili incroci legati al pareggio o al ko del Ludogorets contro il Betis. La Roma è padrona del suo destino. Mourinho lo sa e non usa mezzi termini: «È la seconda volta che vengo in Finlandia, non sono concentrato sul paese ma sulla partita che dobbiamo vincere per non dare un'occhiata ai risultati in Bulgaria. Sappiamo che non sarà semplice, dopo il primo match ho detto che se l'Helsinki fosse rimasto in undici sarebbe stato più complicato. Ho visto i match che hanno giocato in casa contro Betis e Ludogorets e se la sono vista difficile. Non siamo in vacanza, per noi è una gara cruciale, vogliamo continuare a giocare in Europa League e non scendere in Conference dove siamo i detentori del titolo».
La preoccupazione per il campo
Rispetto a quanto si poteva immaginare la temperatura a Helsinki è clemente. Anche domani sera sono attesi 5-6 gradi e non nevica. A preoccupare il tecnico è perlopiù il terreno artificiale del Bolt Stadium: «Non voglio lamentarmi, non importa quale sia il terreno anche se giocare su uno artificiale è un altro sport. Cambia il gesto tecnico ma ne sto parlando soltanto perché mi è stata fatta la domanda. C'è un campo qui vicino dove gioca la Nazionale ma loro preferiscono questo. È una responsabilità della Uefa.
La mancanza del gol
Inevitabile la domanda sulle difficoltà dell'attacco: «Quando si parla in maniera positiva sono felice di esaltare i giocatori. Quando l’approccio è negativo non mi piace. Qualche volta esce davanti alla stampa ma per principio non mi piace. Siamo noi, come squadra, che dobbiamo segnare di più non voglio andare sull’individuale. Gli esterni saltano poco l'uomo? Posso dire che per colpa degli infortuni non li abbiamo mai avuti tutti in forma per due partite di fila. Zalewski ha avuto problemi, Celik è fuori da un mese, Spinazzola deve ancora recuperare e fa un po’ di fatica. Come dicevo prima, nel calcio gli unici numeri veri sono i gol fatti e i punti conquistati. Per quello che facciamo abbiamo conquistato poco e segnato poco». Domani l'occasione per invertire il trend.