Green pass e riforma della serie A,
la doppia svolta della Figc

Green pass e riforma della serie A, la doppia svolta della Figc
di Francesco De Luca
Mercoledì 28 Luglio 2021, 08:58 - Ultimo agg. 29 Luglio, 08:16
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Lo aveva promesso prima dell'Europeo. «Entro fine luglio discuteremo la riforma dei campionati». Impegno mantenuto. Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ha illustrato il suo piano durante il consiglio federale, ma prima ha fatto approvare la norma che prevede l'obbligatorietà del Green Pass per i calciatori professionisti e per le calciatrici di serie A.

Le preoccupazioni sono molto forti perché in molti ritiri vi sono stati cluster, a cominciare da quelli dello Spezia e del Bari. E i contagi sono partiti da calciatori non vaccinati, secondo quanto dichiarato ad esempio dal medico sociale del club ligure, Vincenzo Salini. La Premier League ha già deciso di obbligare i calciatori a vaccinarsi. E in Italia che succederà? Ha detto Gravina: «Valutiamo il vaccino obbligatorio non solo per i tifosi ma anche per calciatori e addetti ai lavori. Peraltro il nostro protocollo è già più severo rispetto al Green Pass. La Figc valuterà di concerto con il governo se adottare dei provvedimenti di obbligatorietà di vaccino per i tesserati». Il governo, infatti, dovrebbe concedere il via libera ai datori di lavoro per obbligare i dipendenti a vaccinarsi. 

Il secondo argomento collegato ai contagi riguarda la riapertura degli stadi al 50 per cento dopo un anno e mezzo di chiusure che hanno inciso sui bilanci dei club. Per Gravina, è inapplicabile. «Perché il nostro distanziamento sociale non permette di occupare un seggiolino sì e uno no». Gli spettatori non riuscirebbero a stare a un metro e mezzo di distanza. La Figc propone una occupazione a scacchiera, ma si insiste sul tema dei ristori per le società: Gravina ha annunciato che verrà presentato un documento al governo. «Abbiamo bisogno di misure di respiro per i bilanci delle società, non è possibile continuare a sostenere costi certi davanti a ricavi incerti, così è troppo penalizzante» ha detto Paolo Dal Pino, presidente della Lega Serie A.

Nel Rapporto Attività 2020 la Figc ha fatto il punto sugli interventi effettuati in favore delle società durante la fase critica della pandemia e ha sottolineato l'effetto della vittoria della Nazionale all'Europeo: «È una vittoria che darà grande impulso alla ripartenza sociale ed economica dell'Italia - si stima un impatto dello 0,7% del Pil, circa 12 miliardi di euro - e che ha permesso alla Figc di incrementare i propri ricavi di circa 36 milioni di euro». 

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La stagione cruciale sarà quella 2024-2025, nella quale le Leghe professionistiche saranno due: la Lega Serie A e la Lega Serie B-Serie C (dal 2022-2023 si creerà una Serie C Èlite).

In novembre si terrà un'assemblea straordinaria per aggiornare lo statuto. La Serie A si avvicinerà gradualmente a quello che sarà il format dal 2024-2025: le squadre saranno 18 e una retrocessione sarà stabilità con i playout. Al momento non sono previsti i playoff, un'idea che Gravina aveva avuto in passato. «La riforma prevede non solo un cambio di format. Parliamo di una vera e propria rivoluzione, per la sostenibilità e stabilità del sistema. Tre livelli di professionismo non sono più sostenibili ed è tempo di cambiare per dare una prospettiva di lungo termine al calcio italiano. Il nostro sistema sta conoscendo una delle sue crisi più profonde e le difficoltà che sta attraversando mettono a dura prova diversi settori legati all'industria del calcio», ha detto Gravina. Altre frenate delle Leghe, in particolare quella di Serie A, non dovrebbero essere più ammesse. L'avvio delle riforme era previsto con Carlo Tavecchio alla presidenza della Federcalcio: sono trascorsi sette anni. 

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