Lazio, applausi della curva per Bernabé. E il Marsiglia denuncia cori razzisti

Lazio, cori della curva per Bernabé. E l'aquila Olympia vola col vice
Lazio, cori della curva per Bernabé. E l'aquila Olympia vola col vice
di Alberto Abbate
Venerdì 22 Ottobre 2021, 09:39 - Ultimo agg. 23 Ottobre, 10:38
4 Minuti di Lettura

The show must go on. Il volo di Olympia continua anche senza Juan Bernabé. Il fratello José Maria attende l'aquila in campo, il genero Matteo la lancia dall'alto. Sulle note dei Queen, scatta il coro della Curva Nord - ma guarda un po' - per il falconiere sospeso: «Juan Bernabé, Juan Bernabé», e giù applausi. Tre giri perfetti, il rapace non risente del caos scatenato dal suo addestratore, fermato dalla Lazio (senza una data di rientro) dopo il video del braccio teso sotto la Tevere di sabato e il grido «Duce, duce», che ha imbarazzato Lotito e indignato il mondo. Stavolta lui non c'è, ma non si interrompe il rito, che resiste da 11 anni. Da quando Lotito decise di portare l'aquila a Roma e farne un simbolo. Oggi il caso Bernabé crea divisioni dentro la Lazio, ma anche - soprattutto - nel tifo. Tutta la dirigenza e i sostenitori «sani» condannano il gesto del 53enne spagnolo, che ha pure rivendicato le sue simpatie per fascismo e franchismo. Nessuno, però, ha il coraggio di dargli un taglio netto. Perché? Il problema è - anche - che la proprietà di Olympia è della Eagle and Victory Srl, l'impresa di cui è titolare Juan Bernabé col fratello José Maria, che la acquistò nel 2005 per 7500 euro. Rescindere il contratto da 125mila euro l'anno significherebbe rinunciare a Olympia e mettersi a cercare un'altra aquila. Il club ha già inviato una diffida alla azienda, in cui si intima al signor Bernabé di «non presentarsi allo stadio né indossare la divisa ufficiale della Lazio». Ma si chiedono molti tifosi: qual è il segnale di rottura con chi ha messo in pericolo l'immagine della società, se non si rescinde subito il contratto?

Lazio, Sarri: «Luis Alberto e Milinkovic insieme? Ora è difficile»


DENUNCIA MARSIGLIA - Secondo molti, la Lazio dovrebbe dare un segnale più forte e concreto per recidere una volta per tutte questa continua associazione al fascismo. È vero, Olympia è un'attrazione anche per i bambini, che si avvicinano alla Lazio, ma se rinunciarci significa chiudere col passato, in tanti sono disposti al sacrificio.

E in questo senso ieri sono arrivate centinaia di mail alla Lazio. Un'iniziativa lanciata dal forum Lazionet: «Vogliamo una condanna pubblica di Lotito e che, magari, venga posta sulla maglia della squadra la scritta inequivocabile la Lazio è contro il fascismo. Difendere la reputazione della maggioranza dei tifosi, allontanando quelli che si rendono complici di atteggiamenti fascisti o legati al razzismo». Neanche a dirlo, con un comunicato, il Marsiglia fa sapere in serata di essere pronta a denunciare alla Uefa - se confermati - presunti buu e ululati dei laziali, sentiti da alcuni giornalisti francesi, all'indirizzo di Dieng, al momento del suo ingresso in campo ieri all'Olimpico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA