The show must go on. Il volo di Olympia continua anche senza Juan Bernabé. Il fratello José Maria attende l'aquila in campo, il genero Matteo la lancia dall'alto. Sulle note dei Queen, scatta il coro della Curva Nord - ma guarda un po' - per il falconiere sospeso: «Juan Bernabé, Juan Bernabé», e giù applausi. Tre giri perfetti, il rapace non risente del caos scatenato dal suo addestratore, fermato dalla Lazio (senza una data di rientro) dopo il video del braccio teso sotto la Tevere di sabato e il grido «Duce, duce», che ha imbarazzato Lotito e indignato il mondo. Stavolta lui non c'è, ma non si interrompe il rito, che resiste da 11 anni. Da quando Lotito decise di portare l'aquila a Roma e farne un simbolo. Oggi il caso Bernabé crea divisioni dentro la Lazio, ma anche - soprattutto - nel tifo. Tutta la dirigenza e i sostenitori «sani» condannano il gesto del 53enne spagnolo, che ha pure rivendicato le sue simpatie per fascismo e franchismo. Nessuno, però, ha il coraggio di dargli un taglio netto. Perché? Il problema è - anche - che la proprietà di Olympia è della Eagle and Victory Srl, l'impresa di cui è titolare Juan Bernabé col fratello José Maria, che la acquistò nel 2005 per 7500 euro. Rescindere il contratto da 125mila euro l'anno significherebbe rinunciare a Olympia e mettersi a cercare un'altra aquila. Il club ha già inviato una diffida alla azienda, in cui si intima al signor Bernabé di «non presentarsi allo stadio né indossare la divisa ufficiale della Lazio». Ma si chiedono molti tifosi: qual è il segnale di rottura con chi ha messo in pericolo l'immagine della società, se non si rescinde subito il contratto?
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DENUNCIA MARSIGLIA - Secondo molti, la Lazio dovrebbe dare un segnale più forte e concreto per recidere una volta per tutte questa continua associazione al fascismo. È vero, Olympia è un'attrazione anche per i bambini, che si avvicinano alla Lazio, ma se rinunciarci significa chiudere col passato, in tanti sono disposti al sacrificio.
[#LazioOM] Suite à la présomption de cris racistes à l’encontre de nos joueurs, le club rappelle qu’il condamne fermement toute forme de discrimination.
L’OM se réserve le droit de déposer plainte dans l’hypothèse où l’UEFA viendrait à confirmer ces graves accusations.— Olympique de Marseille (@OM_Officiel) October 21, 2021