Da un napoletano verace a uno adottivo. Da Insigne a Raspadori poco o niente cambia in Nazionale: il tiro a giro, la statura, la classe e anche il numero. A Jack è toccato il dieci, quasi un'esclusiva di Lorenzo nelle sue ultime stagioni targate Italia. Se il ct Mancini lo abbia fatto fuori o gli abbia risparmiato le fatiche della traversata in un momento psicologico non particolarmente favorevole, è una decisione che sta soltanto nella testa dell'allenatore. Ieri non c'è stato alcun tipo di tentennamento: gioca Giacomo Raspadori, a lui la numero dieci. E lui ha ricambiato con un gol da cineteca. I minuti iniziali, soprattutto i primi venti, sono stati scoppiettanti. Le uniche cose buone, e anche le uniche occasioni da rete, sono state partorite dall'accoppiata Raspadori-Scamacca, il tandem che ha fatto le fortune del Sassuolo. Il napoletano in apparenza seconda punta, ma molto più a suo agio tra le due linee di centrocampo e attacco, non ha avuto difficoltà nel dialogare con l'ex compagno di squadra, adesso al West Ham: pulizia nei passaggi e grande corsa, e avvio di ogni trama offensiva, questo ha fatto Jack quando Barella lo ha supportato uscendo dalla propria linea tattica. L'eroe della serata: «È un bel gol, Bonucci mi ha chiamato quella giocata pochi secondi prima. Felice? È stata una grande prestazione, una partita molto offensiva, ci siamo sacrificati per ottenere questo risultato. Avevamo bisogno di battere una grande nazionale, abbiamo dimostrato di voler tornare a essere grandi, giocando con coraggio e qualità», dice Jack Raspadori.
Raspadori s'è preso la scena a inizio ripresa.