PARIGI Non serve la pandemia, non serve lo stadio mezzo vuoto (4mila spettatori in tutto sugli spalti), non serve nemmeno l’emozione di tornare in campo e debuttare con il più “classique” dei match del campionato di Francia, il derby nazionale Paris Saint Germain-Olympique Marsiglia: le vecchie abitudini sono dure a morire. E così domenica sera non solo la partita è cominciata con dei vistosi striscioni omofobi inneggianti in vario modo alla sodomia degli avversari (e provocando la reazione del ministero dello Sport), ma è pure finita in rissa, con calci, botte, cinque espulsi, e, per non far mancare niente, i cari vecchi insulti razzisti. Il fatto che il Marsiglia abbia espugnato Parigi dopo nove anni è quasi passato inosservato. “Imbecilli” ha titolato l’Equipe, per definire scientificamente i calciatori saldamente attaccati alle peggiori tradizioni nonostante gli sconvolgimenti planetari.
I FATTI
L’insulto del quotidiano sportivo francese avrebbe potuto essere anche più duro, stando a quello che si è visto poi, durante la notte tra domenica e lunedì, quando Neymar, protagonista di una non brillante prestazione prima di essere espulso per fallo su Alvaro Gonzalez, ha spiegato via twitter il suo stato d’animo: «L’unico rimpianto che ho è non aver dato una bella pezza in faccia a quello stronzo» (sottinteso: Alvaro). Il brasiliano ha poi spiegato di essere stato oggetto di insulti razzisti per tutta la partita e di aver reagito quando Alvaro lo ha chiamato scimmia, “macaco”, attributo che gli argentini amano riservare ai vicini-rivali brasiliani. Neymar invoca adesso la severità della Lega. Una prima ricostruzione dei labiali in campo, rivelano che il brasiliano ha contestato il cartellino rosso ritenendolo ingiusto prima col guardialinee: «Il razzismo no! Non ci deve essere razzismo, accidenti alla Ligue 1. Diciamo pure tutto, ma non questa roba!». E poi, rivolto all’arbitro: «Dovrebbe guardare Alvaro. È un razzista schifoso, per questo l’ho colpito».
CONSEGUENZE
Neymar ha chiesto chiaramente alla Lega di andarsi a rivedere tutti i labiali, per trovare conferma della “scimmia” che si sarebbe beccato in campo: «Col Var è stato facile vedere quello che ho fatto io, adesso però voglio che vadano anche a vedere quando mi ha trattato da “figlio di una scimmia”». Se Alvaro dovesse essere riconosciuto colpevole di razzismo, rischia fino a dieci giornate di squalifica, visto che la Federazione ha rafforzato il suo arsenale punitivo per arginare il razzismo in campo. Sull’altro fronte, Alvaro ha negato ogni accusa e ha anche postato – probabilmente considerandolo un segno di sicura innocenza – una foto con i suoi compagni di squadra neri. Spetterà alla commissione di disciplina della Lega decidere. In un comunicato il Psg ha auspicato che «piena luce sia fatta su quanto accaduto».
Psg-Marsiglia, la Francia sotto choc attende punizioni esemplari
di Francesca Pierantozzi
Martedì 15 Settembre 2020, 07:30
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Il Marsiglia, da parte sua, vorrebbe che si parlasse più del risultato. Il tecnico André Villas-Boas ha ripetuto che «non ci deve essere spazio per il razzismo nel calcio, ma sinceramente non mi pare che sia successo qualcosa in campo...».
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