Mancini resta alla guida dell'Italia:
«Ora progettiamo il futuro»

Mancini resta alla guida dell'Italia: «Ora progettiamo il futuro»
di Bruno Majorano
Martedì 29 Marzo 2022, 07:14 - Ultimo agg. 19:01
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Non lascia. Anzi raddoppia «Volevo vincere Europeo e Mondiale, per il secondo mi serve ancora tempo». Alla vigilia dell'amichevole di stasera contro la Turchia, Roberto Mancini prova a soffiare sulle nubi che sembravano esserci sul suo futuro e a sgombrare via ogni dubbio sulla sua permanenza sulla panchina della Nazionale. «Sono ancora giovane e mi posso divertire molto», aggiunge il ct che dopo il ko pesante e inatteso di giovedì scorso contro la Macedonia sembrava potesse fare un passo indietro rispetto al contratto che lo lega alla Federazione fino al 2026, anno che a questo punto è cerchiato in rosso nel calendario, perché quello del prossimo Mondiale utile per provare a vincere l'altro titolo che manca alla sua bacheca. 

«Ho parlato con il presidente Gravina, siamo allineati su tutto e mi fa piacere. Ne riparleremo dopo la partita, ragioneremo con calma su quello che c'è da migliorare per il futuro. E poi mi piace il mio lavoro, so che posso divertirmi ancora molto e con i ragazzi posso riorganizzare qualcosa di importante», e anche queste sono parole di apertura chiara, anzi chiarissima. Il futuro di Roberto Mancini - che ieri ha ricevuto il Tapiro d'oro gigante di Striscia la Notizia - sembra essere legato a doppio filo con quello della Nazionale. Il suo posto è là, a Coverciano, quella che dopo il suo arrivo sembrava essere diventata la culla del rinascimento del calcio italiano travolto dall'apocalisse del 2017 post eliminazione con la Svezia. Tra quella sconfitta e quella contro la Macedonia del Nord sono arrivate il record di successi consecutivi e la vittoria dell'Europeo a luglio: insomma, sembrava ci fossero tutti i presupposti per mettersi definitivamente alle spalle il passato e guardare avanti a un futuro luminoso. Ma Mancini, che già da giocatore aveva avuto un rapporto decisamente altalenante con la Nazionale, ha capito che il suo lavoro non poteva essere lasciato a metà, incompiuto del tutto. E allora il ct è già con la testa a quello che sarà della sua Italia, di un blocco che per forza di cose sarà rivoluzionato già a partire dalla gara di stasera contro la Turchia, in una sorta di passaggio di consegne in vista della Nations League di giugno e non solo.

E anche Bonucci, seduto in conferenza accanto al ct, ha fatto capire la vicinanza del gruppo a Mancini. «Quello che ci ha dato in questi tre anni è qualcosa di unico, un'empatia tra allenatore, gruppo e staff che raramente si è respirata a Coverciano. Continuare con lui è la logica conseguenza di tutto questo». 

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I punti fermi sono cinque: Zaniolo, Raspadori e Scamacca davanti, Tonali in mezzo al campo e Bastoni in difesa. Aspettando il rientro di Chiesa - che contro la Macedonia è mancato da morire - e il ritorno in condizione di Barella, l'Italia di Mancini guarda avanti con un unico minimo comune denominatore: il gioco. Su questo il ct non transigerà e l'eliminazione dal Mondiale non farà cambiare i suoi piani né le sue idee. La Nazionale, fino a quando ci sarà Mancio in panchina, giocherà un calcio propositivo, con la continua ricerca del possesso palla e il palleggio. Per farlo, però, il ct punterà non solo sugli uomini, ma anche sui rapporti. A partire da quelli con i club e le leghe, che sostanzialmente lo hanno sempre un po' ostacolato nella costruzione di un'idea di gioco tra musi lunghi e convocazioni mal digerite. Mancini proverà a creare un ponte tra Nazionale e club, per facilitare i rapporti e migliorare le sinergie, esattamente come quello che si cercherà di fare con il settore giovanile federale. Maggiore comunicazione tra il ct della Nazionale e i selezionatori di Under 21, Under 20 e Under 19, perché così ogni giocatore che approda da Mancini a Coverciano conosce perfettamente l'idea e la modalità di lavoro. 

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